"Una laurea ad hoc per entrare nella PA". Intervista a Giulia Bongiorno
Il ministro per la Pubblica Amministrazione promette concorsi più veloci ed assunzioni di giovani e traccia un bilancio del primo anno di governo
Fonte.AGI di silvia inghirami
Un'amministrazione pubblica capace di rinnovarsi, con assunzioni di giovani, un piano di digitalizzazione reale e nuove regole per la dirigenza. Questa la Pa voluta da Giulia Bongiorno, che, in un'intervista all'Agi a un anno dall'avvio del governo giallo-verde, annuncia di voler puntare a velocizzare i concorsi e assicurare l'accesso al pubblico impiego in tempi certi attraverso un nuovo corso di laurea.
Un programma non caratterizzato solo dal contrasto ai cosiddetti 'furbetti del cartellino' ma dalla volontà di cambiare il volto di un'amministrazione che deve diventare più giusta ed efficiente.
Qual è il bilancio di questo primo anno di governo per il suo ministero?
“A me piace parlare con i fatti e la scorsa legge di bilancio documenta un dato molto positivo. In passato la Pa è sempre stata oggetto di tagli, noi invece abbiamo deciso di investire. Abbiamo finalmente eliminato il blocco del turn-over (per un dipendente che andrà in pensione, un altro sarà assunto) e stanziato risorse per assunzioni straordinarie: 130 milioni per il 2019, 320 per il 2020 e 420 per il 2021. Ho chiesto di assumere esperti in digitalizzazione, nell’uso dei fondi strutturali, nella semplificazione. E ho già dato via libera a numerose assunzioni in settori delicatissimi come giustizia, sicurezza e scuola.
Ci sarà quindi un ricambio generazionale che favorirà anche la trasformazione digitale, un tema cruciale - una digitalizzazione ben fatta, ovvero preceduta da un’operazione di riordino e poi portata avanti con efficienza e precisione, non sarà una semplice cura ricostituente per la Pa, sarà un vero e proprio trapianto di cuore. A breve, poi, dovrebbe diventare legge il disegno ‘Concretezza’: se n’è parlato molto a proposito dell’introduzione dei controlli biometrici per verificare l’accesso in ufficio dei dipendenti pubblici, ma bisognerebbe parlarne soprattutto perché introdurrà concorsi ‘sprint’ e perché prevede misure per diffondere i migliori modelli organizzativi attraverso il Nucleo della Concretezza, una squadra di esperti che aiuterà le Pa in difficoltà”.
Quali gli impegni o i programmi principali che vuole realizzare nei prossimi anni?
“Voglio offrire certezze. Spesso i giovani rinunciano a entrare nel pubblico perché non si sa se e quando saranno banditi i concorsi, e questo nuoce sia a loro sia alla PA. Con il ministro Bussetti e il sottosegretario Guidesi stiamo lavorando all’istituzione di un nuovo corso di laurea, con accesso alla PA in tempi certi.
E ancora, voglio concorsi organizzati su base territoriale che, favorendo il reclutamento dei candidati da parte delle amministrazioni ubicate nelle regioni o nelle province indicate nel bando e consentendo di conoscere in anticipo le potenziali sedi di destinazione, mettano un freno al fenomeno della migrazione.
Infine, un tema cruciale che potrebbe rappresentare la svolta per la Pa: la riforma della dirigenza, cambiando il vecchio sistema in base al quale si fa carriera indipendentemente dal merito.
Per la prima volta, i dirigenti saranno valutati da soggetti esterni alla Pa. Basta, insomma, con gli obiettivi ‘fai-da-te’ e le autovalutazioni”.
Quando finirà l’esperienza alla Pa, vorrà essere ricordato come il ministro che...?
“Spero di essere considerata giusta. Rigorosa ma giusta. La questione che più mi sta a cuore, comunque, è l’istituzione di specifici corsi di laurea con accesso alla Pa in tempi certi: vedo troppi giovani vagare per anni prima di riuscire a inserirsi nel mondo del lavoro. Uno spreco di tempo e di professionalità”.
Che voto si darebbe come ministro?
“Nessuno. I voti li danno i professori, e in politica gli elettori. Dico solo che ho iniziato un percorso: se avrò la possibilità di portarlo fino in fondo, sono fiduciosa che i risultati arriveranno. Poi saranno i cittadini a decidere se il mio lavoro sarà stato positivo”.
La possibilità per i dipendenti pubblici che vanno in pensione di anticipare tramite un finanziamento bancario fino a 45mila euro della loro liquidazione resta, per il momento, teorica. La legge che ha previsto questo meccanismo è in vigore da tempo ma per farlo partire serve un decreto ministeriale (Economia e Funzione Pubblica) che ancora non è arrivato. I termini scadono oggi. Solo dopo la pubblicazione del decreto potrà essere perfezionata una convenzione con l'Abi, cui i tecnici e diverse banche stanno peraltro lavorando da settimane. Senza anticipo finanziario il Tfs continuerebbe ad essere pagato ai pensioonati in scaglio diversi con un posticipo di 12 e 24 mesi.
Termini di attuazione scaduti
A questo punto la domanda da porsi è se l'anticipo riuscirà ad essere implementato entro il 1° agosto prossimo, quando si apre la finestra di uscita dei “quotisti” del pubblico impiego, vale a dire il primo plotone di coloro che hanno optato per l'anticipo sperimentale con 62 anni di età e 38 di contributi come requisiti minimi. Il secondo momento di picco delle uscite è poi a settembre, con oltre 40mila pensionandi della scuola.
Convenzione Abi ancora in cantiere
L'anticipo con prestito bancario sulla base di una convenzione con l'Abi riguarda tutte le uscite nel pubblico impiego e non solo quelle con «quota 100». La detassazione del Tfs servirà per compensare gli interessi che dovranno essere versati dai lavoratori agli istituti di credito per il finanziamento. E scatterà sotto forma di riduzione di 1,5 punti percentuali dell'aliquota Irpef per ogni annualità che intercorre tra la cessazione del servizio e il pagamento effettivo della liquidazione fino a un massimo di 7,5 punti percentuali decorsi sessanta mesi dalla conclusione del rapporto di lavoro. Con una sola eccezione: per chi aveva già scelto di pensionarsi l'anno scorso l'aliquota scende dell'1,5% a prescindere dalle annualità intercorse tra l'uscita dal lavoro e l'erogazione del Tfs.
Oltre 150mila pensionandi interessati
La relazione tecnica allegata al decretone di gennaio, ipotizzando un importo medio pro-capite di Tfs di circa 76mila euro, stimava una platea di soggetti interessati di 66mila statali per il 2018 e, rispettivamente, di 158mila nel 2019, 118mila nel 2020 e 115mila nel 2021, anno in cui si concluderà la sperimentazione di «quota 100». Ma chi avrà maturato i requisiti nel prossimo triennio potrà esercitare anche successivamente il diritto al pensionamento anticipato. In tutto si tratta di 457mila dipendenti pubblici ai quali erogare la liquidazione, ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 439mila negli anni seguenti, compresi quelli successivi al 2026.
Via ai tagli alle pensioni. E adesso è caos sul Tfr
FONTE:ILGIORNALE
Tra meno di 48 ore scattano i tagli alle pensioni: ecco quanto si perde. Rebus sul Tfr anticipato per gli statali: manca il decreto
Tra meno di 48 ore scattano i tagli sulle pensioni. Dal 1° giugno via alle sforbiciate sugli assegni d'oro e ai conguagli per le rivalutazioni.
Di fatto la sforbiciata è su due fronti. Nel caso delle pensioni d'oro il taglio avverrà in questo modo: 5% per la quota di assegni tra 100.000 e 130 mila euro fino ad arrivare al 40% per la quota oltre 500 mila euro. Nel dettaglio le sforbiciate saranno del 30% per la quota di importo da 200.000 a 350.000 euro; del 35% per la quota di importo da 350.000 a 500.000 euro; del 40% per la quota di importo eccedente i 500.000 euro. La econda sforbiciata che invece riguarda le rivalutazioni prenderà il via in questa modo: per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. va detto che il taglio con il blocco delle rivalutazioni è già a regime da qualche mese, ma a giugno scatterà il recupero di quanto versato in più dall'Inps nei primi tre mesi dell'anno per il ritardo nell'adeguamento da parte dell'istituto di previdenza sociale alle indicazioni arrivate dalla legge di Bilancio approvata a ridosso di capodanno.
Il pagamento delle pensioni per il mese di giugno avverrà in due giorni separati. L'1 giugno sarà accreditato l'assegno per chi ha il conto con poste Italiane, lunedì 3 giugno invece per gli istituti di credito, le banche. Ma sul fronte pensioni ci sono altre novità. E questa volta riguardano gli statali che andranno in pensione a breve. L'anticipo del Tfs di circa 45mila euro finora, come ricorda ilSole 24 ore, è teorico. Infatti la legge voluta dal governo è in vigore già da tempo ma per far scattare le procedure serve un decreto da parte del ministero dell'Economia. I termini per presentarlo scadono proprio oggi. Solo dopo il decreto può partire la convenzione con Abi per l'erogazione del Tfr in anticipo fino a 45mila euro. Un probelma questo che riguarda almeno 150mila statali che accedono alla pensione con quota 100. Il termine ultimo per mettere sul campo il provvedimento con il decreto è l'1 agosto, data in cui si aprirà la finestra per i quotiusti che lasceranno il lavoro in anticipo con la nuova riforma previdenziale.
FONTE:MONEY
Oggi scadono i termini per il decreto attuativo per l’anticipo del TFS dei dipendenti pubblici. Manca ancora la convenzione con l’ABI per la definizione dei termini dell’accordo.
LEGGI TUTTO: https://www.money.it/Statali-che-fine-ha-fatto-anticipo-TFS
Anticipo Tfs statali: pensionati ancora in attesa del decreto attuativo per chiedere il prestito
Fonte: https://www.tpi.it
Anticipo Tfs statali – Migliaia di dipendenti pubblici sono ancora in attesa del decreto ministeriale che gli consentirà di ricevere in anticipo fino a 45mila euro del Tfs, cioè il trattamento di fine servizio, grazie ad un finanziamento bancario.
Si tratta di una possibilità molto ghiotta per tanti che si avviano alla quiescenza lavorativa, perché normalmente la liquidazione viene pagata nei 12 o 24 mesi successivi all’uscita da lavoro.
Il ministero dell’Economia e quello della Funzione Pubblica, infatti, nonostante ci sia già la legge a prevedere il meccanismo, devono emanare un decreto affinché questo possa concretizzarsi e, soprattutto, possa essere perfezionata la convenzione con l’Abi: i termini per tale pubblicazione sono, però, in scadenza proprio oggi, 30 maggio 2019.
Peraltro, con l’entrata in vigore di Quota 100, la riforma delle pensioni introdotta con il decreto 4/2019, tantissimi dipendenti del pubblico impiego lasceranno il servizio nella finestra del 1 agosto 2019 e forse entro quella data si avranno novità in merito a questo atteso decreto.
A settembre, poi, sarà la volta dei dipendenti della scuola, anche loro interessati a questa possibilità: d’altronde l’anticipo del Tfs da ottenersi con finanziamento bancario è un’opzione a cui possono accedere tutti i futuri pensionati in uscita dagli uffici pubblici e non solo quelli che beneficiano di Quota 100. Ma, nello specifico, a quanto ammonta la platea dei potenziali richiedenti un anticipo della propria liquidazione? Si tratta, secondo le stime della relazione tecnica che accompagnava il dl 4/2019 poi convertito nella legge 26/2019, di 66mila statali nel 2018, 158mila nel 2019, 118mila nel 2020 e 115mila nel 2021.
Chi, comunque, raggiungerà i requisiti per la pensione nel triennio di sperimentazione di Quota 100, quindi tra il 2019 e il 2021, avrà la possibilità di richiedere il prestito anche in un momento successivo.
Al momento, però, non ci sono notizie sull’elenco di banche con cui sarà possibile stipulare il prestito, il quale verrà reso noto con la pubblicazione del suddetto decreto.
Fisco, Entrate a rischio blocco: 1.500 funzionari “appesi” alla Consulta
IN ALLEGATO LA SENTENZA
Proprio alla vigilia della piena operatività del riassetto, un nuovo rischio di paralisi si addensa sull’agenzia delle Entrate. Il Tar Lazio rinvia alla Corte costituzionale l’istituzione di quasi 1.500 Poer, le posizioni organizzative a elevata responsabilità. Si tratta in sostanza di nuove figure quadro sia a livello centrale che territoriale a cui sarebbero state demandate funzioni non di carattere dirigenziale ma comunque strategiche per la piena operatività della macchina dell’amministrazione finanziaria. Un giudizio promosso dal sindacato Dirpubblica che, attraverso il suo legale Carmine Medici, ha contestato la procedura di selezione interna delle posizioni in quanto ad avviso della linea difensiva portata avanti «elusiva della sentenza 37/2015 della Corte costituzionale», ossia la pronuncia che di fatto aveva stoppato le norme che avevano consentito l’attribuzione di incarichi dirigenziali a funzionari senza prima passare dal concorso.
Le motivazioni del Tar
Una linea che ha fatto breccia nella sentenza 6861/2019 del Tar Lazio (sezione seconda ter), che oltre a riconoscere la legittimazione di Dirpubblica a presentare ricorso ha deciso di rimettere alla Consulta il giudizio di legittimità della norma istitutiva delle Poer contenute nella legge di Bilancio 2018 (articolo 1, comma 93, della legge 205/2017). Questo perché, in base a quanto riporta testualmente la pronuncia:
● l’istituzione di posizioni organizzative nuove, caratterizzate da poteri di natura dirigenziale e destinate ad essere ricoperte con procedure selettive interne, potrebbe risultare elusiva del giudicato scaturente dalla sentenza della Corte costituzionale n37/2015 con possibile violazione dell’articolo 136 della Costituzione;
● le posizioni organizzative prefigurate dal legislatore, per le funzioni ed il trattamento giuridico ed economico ad esse connesso, potrebbero integrare una vera e propria progressione di carriera alla quale dovrebbe accedersi con concorso pubblico e non con una selezione interna con possibile violazione degli articolo 3, 51 e 97 delal Costituzione;
● la previsione della lettera e) dell’articolo 1, comma 93, della legge 205/2017 di deroghe alla disciplina ordinaria per l’accesso alla qualifica dirigenziale, quali l’esonero dalla prova preselettiva, la valutazione di titoli in relazione alle esperienze lavorative pregresse e la riserva, in favore degli interni, del 50% dei posti messi a concorso, attribuirebbe un vantaggio competitivo ingiustificato in favore dei dipendenti interni, destinatari di funzioni dirigenziali delegate o di incarichi di posizione organizzative speciali, che si porrebbe in contrasto con gli articoli 3, 51, 97 e 136 della Costituzione.
La richiesta di Dirpubblica: sospendere subito le Poer
Come anticipato, la decisione del Tar arriva proprio alla vigilia della piena operatività delle nuove Poer che sarebbe scattata a inizio giugno. Alla luce, però, del rinvio alla Corte costituzionale, il segretario di Dirpubblica Giancarlo Barra chiede al direttore delle Entrate, Antonino Maggiore, di «sospendere immediatamente le Poer».
Pensione: il riscatto del servizio militare
FONTE:STUDIO CATALDI
Il servizio militare può essere riscattato per la propria pensione in maniera gratuita, con accredito di contributi figurativi. È necessaria la domanda dell'interessato
LEGGI TUTTO:https://www.studiocataldi.it/articoli/34791-riscatto-del-servizio-militare.asp
La pensione di reversibilità riconosciuta al coniuge superstite: quando spetta e come si calcola.
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Esecuzione forzata: il limite al pignoramento della busta paga. Si possono pignorare più quinti nello stesso momento?
LEGGI TUTTO: https://www.laleggepertutti.it/287266_si-puo-pignorare-tutto-lo-stipendio
Da PensioniOggi:
Rendita Vitalizia, I documenti per provare l'esistenza del rapporto e la sua durata
L'Inps riepiloga i requisiti da soddisfare per riscattare la contribuzione omessa e caduta in prescrizione. La prova documentale è indispensabile per accertare l'esistenza del rapporto di lavoro; quella testimoniale può essere utilizzata, con limiti, solo per provare la durata del rapporto.
Pensioni, I benefici previdenziali per i cd. lavoratori precoci
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- by Alex