Pensioni, uscita a quota 100 ma per i contributi minimo di 38 anni
L'obiettivo di cancellare l'odiata legge Fornero, motore della manovra Salva-Italia messa a punto dal governo Monti nel 2011, è sempre più vicino. La Lega, che sul punto aveva battuto con insistenza nel corso della campagna elettorale del 4 marzo scorso, ha centrato il bersaglio ottenendo la cosiddetta Quota 100. Vale a dire la somma minima di età anagrafica e contributi previdenziali necessaria per poter andare in pensione.
APPROFONDIMENTI
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Un principio che, di fatto, cancella l'attuale impianto che prevede 67 anni dal 2019 per l'uscita di vecchiaia. Secondo quanto filtra dalla maggioranza, ci saranno comunque alcuni paletti. Ad esempio, la quota 100 tra età e contributi per andare in pensione nel 2019 dovrebbe avere una doppia condizione, con l'età minima a 62 anni e i contributi a 38 anni. Inoltre, si starebbe studiando la possibilità di bloccare l'aumento dell'aspettativa di vita di 5 mesi per le pensioni anticipate previsto per il 2019. In pratica quindi, dal prossimo anno, si potrà continuare ad andare in pensione indipendentemente dall'età avendo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 3 mesi per le donne) invece che 43 anni e 3 mesi.
I DETTAGLI
In sostanza, la quota 100 secca varrà solo per chi esce dal lavoro avendo 62 anni di età e 38 di contributi mentre se si esce con un'età più elevata la quota sale (101 con 63 anni più 38, 102 con 64 anni più 38 e così via. L'intero pacchetto pensioni dovrebbe costare circa otto miliardi l'anno prossimo e nove il successivo con un aumento contenuto poiché la gran parte delle persone dovrebbero uscire nel 2019. Potranno andare in pensione prima dei 62 anni i precoci con 41 anni di contributi e tutti coloro che hanno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 e 10 mesi le donne) con lo stop all'aumento dell'aspettativa di vita per la pensione anticipata rispetto alla vecchiaia che avrebbe dovuto scattare nel 2019. Dovrebbe essere inoltre prevista la proroga dell'opzione donna con l'anticipo per l'accesso alla pensione a fronte del ricalcolo interamente contributivo per gli anni di lavoro. Non dovrebbero invece essere previste penalizzazioni per chi anticipa l'uscita. Con il pacchetto delle nuove norme sulla previdenza (che potrebbero prevedere anche qualche aggiustamento sull'Ape sociale che al momento scade a fine anno) dovrebbero andare in pensione secondo i conti del Governo circa 420 mila persone. Negli auspici di Palazzo Chigi, questo esodo dovrebbe produrre un maxi-ricambio generazionale sui luoghi di lavoro.
Crac dei buoni pasto, la Qui Ticket si "reincarna" nella Più Buono e vince il lotto con i tagliandi Ticket Gemeaz
Fonte: http://www.torinoggi.it/
Aggiudicazione provvisoria in Piemonte e Val d'Aosta per la società che è partecipata al 95% dalla sua antenata fallita. Ascom sul piede di guerra: "La lezione non è servita, invitiamo i nostri associati a non firmare convenzioni"
Nuova puntata nella vicenda dei ticket-restaurant. Dopo le enormi difficoltà vissute dal marchioQui Ticket, infatti, è la Società Più buono s.r.l. ad aver ottenuto l’aggiudicazione provvisoria del Lotto 2 dei Buoni Pasto della Pubblica Amministrazione, nelle Regioni del Piemonte e della Valla d’Aosta.
Una notizia che non può lasciare indifferenti i rappresentanti di Ascom, che da tempo si sono schierati in prima linea al fianco dei commercianti che si sono trovati loro malgrado coinvolti in questa vicenda spinosa, con numerosi incassi ancora da concretizzare. Non lascia indifferenti perché la società è partecipata al 95% dalla fallita Qui Group S.p.a. e si presenta ai pubblici esercizi, con il marchio Ticket Gemeaz, per la firma della convenzione ai fini di presentare la rete aderente alle committenti pubbliche di Torino e della nostra Regione.
Epat Torino e provincia attraverso il suo presidente, Alessandro Mautino esprime preoccupazione e sconcerto: “Non è evidentemente bastata la tragica situazione in cui gli operatori si trovano con il fallimento milionario della Qui! Group S.p.a., se una Sua partecipata al 95% è legittimata da Consip a perfezionare gli appalti pubblici della nostra Regione. Tra l’altro lo sconto che Più Buono ha concesso a Consip e per essa alle pubbliche amministrazioni locali è del 22,81%, percentuale che calerà sulle spalle degli operatori, a titolo di commissione,”
“Inviteremo i nostri associati a non firmare le convenzioni - aggiunge Paolo Troccoli, vicepresidente Epat con delega ai buoni Pasto - ma è ormai chiaro che la Consip prescinde completamente dagli interessi degli operatori commerciali, che sono ormai solo l’anello debole del mercato dei buoni pasto”.
Visita fiscale fuori orario reperibilità: che fare?
Cosa fare se il medico Inps passa fuori dagli orari di reperibilità? Bisogna comunque aprire? E come dimostrare che si era irreperibili ma fuori fascia oraria?
Fonte:investireoggi di Alessandra De Angelis,
Si chiamano fasce orarie di reperibilità proprio perché, entro questi orari, il lavoratore in malattia deve essere reperibile presso il domicilio indicato nel certificato medico per la visita fiscale. Ma se il medico Inps bussa prima o dopo la fascia di reperibilità che fare?
Visita fiscale fuori orario: reperibile o no al controllo?
Le ipotesi prospettabili in caso di controllo Inps fuori orario sono due: o il lavoratore è in casa oppure no. Nel primo caso il dubbio è: deve aprire? La giurisprudenza ha avuto modo di chiarire più volte che non c’è obbligo di reperibilità se il controllo Inps arriva per qualsiasi motivo fuori dalla fascia oraria di reperibilità. A nulla serve opporre che, ad esempio, il medico Inps è arrivato in ritardo a causa del traffico: gli orari sono quelli, senza eccezioni. E questo resta un principio fermo e saldo anche con le nuove regole Inps.
E se invece, dopo aver rispettato la fascia oraria di reperibilità senza ricevere la visita fiscale, il lavoratore si assenta per un breve momento e, rientrato a casa, trova il biglietto del medico Inps. Stessa problematica ovviamente se il medico Inps è passato prima dell’inizio della fascia oraria e il lavoratore in malattia, affrettatosi per tornare a casa in tempo, trovi nella cassetta il biglietto del medico Inps che ha bussato in anticipo e non ha trovato nessuno.
Ebbene l’onere della prova spetta al lavoratore e non è sempre una cosa facile da dimostrare come si può intuire. Quando possibile si consiglia di fornire una documentazione con l’orario nell’immediato. Se ad esempio si invia una email di reclamo all’Inps prima che inizi l’orario di reperibilità si può dimostrare di aver letto il biglietto prima dell’ora del controllo Inps.
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Fonte: https://www.lavoroediritti.com
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Ecco l’arma segreta contro i corrotti della Pubblica amministrazione
È nata la piattaforma «WhistleblowingPA». I dipendenti pubblici possono segnalare casi di corruzione senza esporsi: il software dà la garanzia assoluta dell’anonimato
Fonte: corriere della seradi Fausta Chiesa
I dipendenti pubblici possono segnalare casi di corruzione senza esporsi e senza rischiare. Transparency International Italia e il Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali hanno lanciato oggi il progetto «WhistleblowingPA», che mette a disposizione di tutti gli enti pubblici, società controllate e partecipate una piattaforma informatica gratuita per ricevere e gestire le segnalazioni di corruzione. Un anno fa il Parlamento ha introdotto in Italia una legge sul whistleblowing che prevede maggiori tutele per coloro che nell’interesse pubblico decidono di segnalare illeciti o irregolarità nell’ente in cui lavorano. Tra i nuovi obblighi previsti per le PA c’è anche quello di introdurre sistemi di segnalazione tecnologici, in grado di garantire maggiore sicurezza e confidenzialità del processo di segnalazione e protezione dell’identità per chi segnala.
Il progetto WhistleblowingPA va esattamente incontro a queste esigenze di tutela dei segnalanti, favorendo la diffusione in tutti gli enti pubblici di una piattaforma adeguata. «In Italia abbiamo più di 22.000 enti pubblici, la maggior parte dei quali di piccole dimensioni che non necessariamente hanno le risorse umane ed economiche per attivare una piattaforma informatica in maniera autonoma. Per questo abbiamo deciso di mettere in campo l’esperienza maturata in questi oltre dieci anni di attività sul tema, per offrire a tutte le PA uno strumento facile da usare, e soprattutto a costo zero, in grado di tutelare al massimo l’identità del segnalante», ha dichiarato Giorgio Fraschini, esperto di whistleblowing di Transparency International Italia. «WhistleblowingPA offre un’importante opportunità per i responsabili anticorruzione che devono adempiere agli obblighi di legge, aiutando inoltre a diffondere sempre più tra i cittadini l’importanza di segnalare questi fatti che altrimenti rischiano di non venire mai alla luce. Le stesse PA ne beneficeranno nel breve e nel lungo periodo grazie ai i risparmi generati dalla scoperta degli illeciti». Il whistleblowing si sta dimostrando uno strumento sempre più utilizzato.
Come dimostrano i dati dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) nel terzo rapporto pubblicato a giugno, il trend è in costante crescita: 621 nei primi 5 mesi del 2018 rispetto a 893 di tutto il 2017. Una media mensile nell’anno in corso di circa 66 segnalazioni, il doppio rispetto al 2017 quando la media era di 30. La piattaforma informatica si basa sul software libero e open source Globaleaks che continuiamo a sviluppare ormai dal 2011 e che migliaia di enti e organizzazioni nazionali e internazionali utilizzano già per ricevere le segnalazioni, come l’Autorità Anticorruzione della Catalogna, Il Sole24ore, la Corte Penale Internazionale dell’Aia oltre a centinaia di PA locali.
Il vantaggio principale di questo software è la garanzia dell’anonimato tecnologico: non sarà possibile per nessuno risalire all’identità di chi segnala a meno che il whistleblower stesso non decida di rivelarlo” ha dichiarato Fabio Pietrosanti, Presidente del Centro Hermes. 3,2 milioni di dipendenti pubblici italiani potrebbero beneficiare di questa iniziativa. Ma non solo loro, la nuova legge prevede tutele anche per i collaboratori, i consulenti e i lavoratori delle imprese che forniscono beni o servizi all’ente e che decidono di segnalare. I dati di ANAC infatti evidenziano che le segnalazioni arrivate nel 2018 sono soprattutto di dipendenti pubblici (188), ma quest’anno, grazie agli effetti della nuova legge che allarga le tutele a nuovi soggetti, sono aumentate le segnalazioni da parte di dipendenti di imprese fornitrici.
Orari Reperibilità Malattia Pubblico Impiego 2018: le fasce orarie da rispettare
Fonte: lentepubblica.it
La Riforma Madia ha modificato la disciplina della visita fiscale per il settore pubblico. Ha unificato sotto l’INPS il controllo delle visite fiscali sia per i dipendenti privati che pubblici. Le nuove regole sulle visite mediche di controllo per il settore pubblico sono contenute nell’articolo 18 della Riforma Madia; queste modificano e integrano il Testo Unico del Pubblico Impiego.
Ma quali sono le fasce orarie di reperibilità per i dipendenti pubblici in materia di visite fiscali?
Orari Reperibilità Malattia Pubblico Impiego 2018
Il medico fiscale non può arrivare dal lavorare a qualsiasi orario. E’ necessario rispettare alcuni orari di controllo Inps, che variano a seconda del fatto che il lavoratore dipendente appartenga alla categoria dei dipendenti pubblici o dei lavoratori del settore privato.
Le fasce di reperibilità sono obbligatorie peri lavoratori del Pubblico Impiego assenti per malattia, che devono rispettarle al fine di consentire il controllo da parte della ASL e dell’Amministrazione Pubblica.
I dipendenti pubblici che si assentano per malattia hanno l’obbligo di reperibilità 7 giorni su 7, inclusi i festivi, con le seguenti fasce orarie:
· Reperibilità al mattinonelle seguenti fasce orarie: dalle ore 9.00 e le 13.00;
Durante tali orari i lavoratori, dipendenti pubblici in malattia potrebbero ricevere le visite fiscali e pertanto sono tenuti a farsi trovare presso l’indirizzo comunicato al momento della dichiarazione di inizio malattia.
Sanzioni per chi non ottempera all’obbligo di reperibilità
Il lavoratore che salta la visita fiscale è tenuto a presentarsi per il controllo medico il giorno successivo non festivo presso l’ambulatorio del medico dell’Inps.
In caso di seconda assenza, se lo stesso non presenta giustificazioni valide entro dieci giorni, l’Inps provvederà a sospendere il 50% del trattamento economico fino al termine della malattia.
In caso di terza assenza, l’indennità è sospesa del tutto.L’assenza ripetuta, e ingiustificata, alle visite fiscali costituisce giustificato motivo di licenziamento.
Esonero Visite Fiscali Pubblico Impiego
Ci sono, infine, alcuni esclusioni dall’obbligo di reperibilità da prendere in considerazione.
La causa in questione che comporta l’assenza dei dipendenti dalle fasce di reperibilità e dunque li esonera dall’obbligo della visita scale durante l’orario di reperibilità è la seguente:
Causa di servizio riconosciuta che abbia dato luogo all’ascrivibilità della menomazione unica o plurima alle prime tre categorie della Tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 30 dicembre 1981, n. 834; ovvero a patologie rientranti nella Tabella E del medesimo decreto.
Eccedenze e prepensionamenti, comporto, stabilizzazioni e compensi aggiuntivi
Fonte:sole24ore di Gianluca Bertagna
La rubrica settimanale con le indicazioni sintetiche delle novità normative e applicative intervenute in tema di gestione del personale nelle pubbliche amministrazioni.
Stabilizzazione personale precario
Un Sindaco ha chiesto alla Corte dei conti della Liguria se sia possibile stabilizzare un dipendente che al 31 dicembre 2017 non aveva propriamente maturato tre anni di servizio alle dipendenze dell'ente ma, negli ultimi otto, aveva prestato ulteriore attività lavorativa presso altri enti locali con medesime mansioni.
Con delibera del 13 settembre 2018 n. 111/2018/Par, la Sezione preliminarmente fa presente che, nella richiesta di parere, si nota che il dipendente interessato, precedentemente all'instaurazione del rapporto di lavoro determinato con il Comune, ha sì compiuto ulteriori periodi di servizio con medesime mansioni presso altri enti locali, ma non risulta se ciò sia avvenuto nell'ambito della gestione associata di funzioni insieme al medesimo ente locale.
Infatti, sottolinea il Collegio, solo in tale circostanza il servizio precedentemente prestato presso altri enti locali può essere computato, in aggiunta a quello maturato presso il Comune che intende procedere al reclutamento, ai fini della verifica della sussistenza del requisito previsto dall'articolo 20, comma 1, della legge 75/2017.
Per cui tale condizione è senz'altro da considerarsi dirimente, dato atto anche che, a queste norme, concernenti misure per la «stabilizzazione» di personale pubblico «avventizio», deve essere attribuito carattere di specialità ed eccezionalità, in quanto correlate alla contingente necessità di ridurre le notevoli dimensioni assunte dalle forme di lavoro precario nella pubblica amministrazione.
Dichiarazione di eccedenza e pensionamento anticipato
Non rientra nelle ipotesi di licenziamento l'attivazione del pensionamento anticipato del dipendente in caso di eccedenza del personale. La Corte di cassazione - sezione lavoro - con la sentenza del 26 luglio 2018 n. 19864 ha affrontato il caso di un Comune che, in applicazione delle procedure in materia di ricognizione del fabbisogno del personale e, in particolare, di quelle relative al prepensionamento, aveva disposto la risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro a tempo indeterminato di un lavoratore, il quale adiva l'autorità giudiziaria per l'annullamento del «licenziamento» con applicazione del rito Fornero.
Per la Corte, però, nella vicenda non si sarebbe discusso di un licenziamento, bensì di una risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro posta in essere dal Comune, in applicazione delle specifica normativa in materia (in base all’articolo 33 del Dlgs 165/2001) e l'esercizio della facoltà riconosciuta alla Pa da tale ultima disposizione non necessitava di ulteriore motivazione, qualora l'amministrazione interessata avesse preventivamente determinato specifici criteri applicativi con atto generale di organizzazione interna, sottoposto al visto dei competenti organi di controllo (come, peraltro, avvenuto nel caso in esame).
Superamento periodo di comporto
La Corte di cassazione - sezione lavoro - con la sentenza del 17 agosto 2018 n. 20761, ha confermato il licenziamento irrogato da un lavoratore per superamento del periodo di comporto fornendo importanti precisazioni riguardo a questo istituto.
In base all'articolo 2110 codice civile il licenziamento per superamento del periodo di comporto ne costituisce una fattispecie autonoma, vale a dire una situazione di per sé idonea a consentirlo, diversa da quelle riconducibili ai concetti di giusta causa o giustificato motivo.
Nella fattispecie di recesso del datore di lavoro per l'ipotesi di assenze determinate da malattia del lavoratore, tanto nel caso di una sola affezione continuata, quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (cosiddetta eccessiva morbilità), la risoluzione del rapporto è la conseguenza di un caso di impossibilità parziale sopravvenuta dell'adempimento, in cui il dato dell'assenza dal lavoro per infermità ha una valenza puramente oggettiva.
Infine, è precisato che, circa il calcolo del periodo di comporto, in difetto di specifica disciplina contrattuale con esplicite previsioni di segno contrario, vanno inclusi nel calcolo anche i giorni festivi che cadono durante il periodo di malattia indicato dal certificato medico, operando in difetto di prova contraria (di cui è onerato il lavoratore), una presunzione di continuità in quei giorni dell'episodio morboso addotto dal lavoratore, quale causa dall'assenza dal lavoro e del mancato adempimento della prestazione dovuta. Né, ai fini del computo complessivo del periodo di assenza, possono detrarsi i giorni di ferie ove non sia stata avanzata domanda al riguardo da parte dell'interessato del periodo maturato e non goduto.
Erogazione compensi aggiuntivi ai dipendenti
«La regola dell'onnicomprensività della retribuzione dei pubblici dipendenti non va ricollegata soltanto a compiti riconducibili alla qualifica ed all'ufficio ricoperto, bensì anche a quelli comunque connessi ai fini istituzionali, perciò unitariamente considerati, dell'amministrazione da cui l'impiegato dipende, in quanto al dipendente pubblico, in mancanza di una norma legittimante e di autorizzazione allo svolgimento di incarichi esulanti i doveri d'ufficio e comunque da svolgere al di fuori dell'orario di lavoro, nulla è dovuto al di fuori di quanto oggetto di contratto».
Questo il principio ricordato dalla Corte dei conti - sezione giurisdizionale per la Puglia, con la sentenza del 3 agosto 2018 n. 610, con la quale ha condannato per danno erariale un dirigente di un ente, reo di aver erogato a due dipendenti compensi aggiuntivi non dovuti.
Fonte:termometro politico
La procedura concernente la visita di revisione per il rinnovo della Legge 104 causa uno stop alle agevolazioni previste dalla normativa? Sull’argomento occorre fare un po’ di chiarezza, prendendo a riferimento la circolare INPS n. 127/2016 e la Legge n. 114/2014. Prima del 2014, infatti, il soggetto non era tenuto a usufruire dei diritti garantiti dalla Legge 104 nel periodo compreso tra la scadenza del verbale e la visita di revisione. La nuova normativa ha però cambiato le carte in regola, prorogando anche a dopo la scadenza del verbale la possibilità da parte dei soggetti con handicap di usufruire dei benefici. Fino alla data in cui sarà definita la nuova procedura legata alla visita di revisione.
La visita di revisione della Legge 104 è una procedura che parte direttamente dall’INPS. Nella premessa della circolare del 2016 sopraccitata, l’Istituto ribadisce che ai lavoratori dipendenti con disabilità grave, così come ai familiari che assistono tali soggetti e in possesso dei requisiti, sono previsti alcuni benefici. Tra questi spiccano i permessi retribuiti, il prolungamento del congedo parentale o i riposi orari e il congedo straordinario.
Con la Legge n. 114/2014 sono entrate in vigore alcune novità allo scopo di semplificare gli adempimenti sanitari e amministrativi per i soggetti invalidi civili o con disabilità grave. All’articolo 25, si prevede al comma 6 “la proroga degli effetti del verbale rivedibile oltre il termine stabilito per la revisione; in modo da consentire la fruizione dei richiamati benefici nelle more della definizione dell’iter sanitario di revisione”. Infine, al comma 4 si precisa il dimezzamento dei termini per il rilascio della certificazione provvisoria, che passa da 90 a 45 giorni.
L’INPS ricorda che prima del 2014 i predetti benefici di cui si aveva il diritto di utilizzo, non potevano essere più fruiti nel periodo compreso tra la data di scadenza del verbale e il completamento dell’iter sanitario di revisione. L’utilizzo dei benefici sarebbe pertanto ritornato in auge solo dopo l’esito del nuovo accertamento sanitario.
Al comma 6 bis dell’articolo 25 delle Legge n. 90/2014 si opera però per una semplificazione della procedura sanitaria-amministrativa. “Nelle more dell’effettuazione delle eventuali visite di revisione e del relativo iter di verifica, i minorati civili e le persone con handicap in possesso di verbali in cui sia prevista rivedibilità conservano tutti i diritti acquisiti in materia di benefici, prestazioni e agevolazioni di qualsiasi natura. La convocazione a visita, nei casi di verbali per i quali sia prevista la rivedibilità, è di competenza dell’Istituto nazionale della previdenza sociale”.
L’INPS precisa inoltre che “non è necessario presentare una nuova domanda di autorizzazione per continuare a fruire dei permessi” nel citato periodo. Il lavoratore dovrà invece presentare una nuova domanda di autorizzazione per fruire degli altri tipi di benefici; vale a dire il prolungamento del congedo parentale o i riposi orari e il congedo straordinario.
La circolare prosegue dettando le istruzioni e il funzionamento dei permessi dopo la scadenza del verbale e fino al giorno della visita di revisione. “Il datore di lavoro potrà continuare a porre a conguaglio le somme anticipate per le suddette prestazioni oltre la data di scadenza riportata nel provvedimento di autorizzazione a suo tempo rilasciato in base al verbale rivedibile; e fino al compimento dell’iter sanitario di revisione”. La validità del verbale sarà garantita dal certificato di attestazione che potrà essere fornito dalle Strutture territoriali Inps territoriali, ma solo previo richiesta del soggetto. Pertanto, “le autorizzazioni rilasciate dall’Istituto sulla base di un verbale soggetto a revisione non riporteranno più una data di scadenza; ma indicheranno espressamente che l’efficacia del provvedimento avrà validità fino alla conclusione dell’iter sanitario di revisione”.
104/92 con Quota 100: agevolazioni e caregiver, come funziona.
La situazione può cambiare a seguito della convocazione alla visita di revisione.
Legge 104: i requisiti della convivenza, dimora temporanea e distanza massima
Fonte: https://quifinanza.it/
Il congedo straordinario Legge 104 viene concesso se si risponde ad alcuni requisiti: ma ci sono delle eccezioni
Il congedo straordinario legge 104 è un beneficio che possono richiedere i lavoratori che assistono familiari conviventi affetti da disabilità grave.
Uno dei requisiti fondamentali, per potervi accedere, è la convivenza, ma vi sono dei casi in cui si può avere comunque diritto.
Nello specifico il congedo straordinario si traduce in assenze dal lavoro, per un totale di due anni, che possono essere frazionate e devono essere utilizzate per assistere un familiare portatore di handicap grave.
Spetta ai familiari secondo un determinato ordine: dal coniuge (anche le unioni civili) ai genitori, fino a figli, fratelli, o parenti e affini sino al terzo grado.
È indispensabile la convivenza, ma non sempre. Questo congedo spetta infatti anche ai familiari di persone ricoverate, a meno che non sia a tempo pieno. Ma vi sono a tal proposito alcune eccezioni. Si ha infatti diritto ad usufruire della Legge 104 se i sanitari richiedono l’assistenza di un familiare, oppure se le condizioni di salute sono molto gravi. Viene anche concesso ai familiari dei disabili che frequentemente devono effettuare visite o terapie al di fuori della struttura.
Sempre in merito al concetto di convivenza è bene sapere che in caso di dimora temporanea, attraverso una dichiarazione sostitutiva, non decade la possibilità di accedere al congedo straordinario. La cosa fondamentale da fare, è quella di comunicare prontamente il trasferimento.
Inoltre va sottolineato che non è necessario vivere nello stesso appartamento. Infatti per l’accertamento del requisito di convivenza può bastare anche la residenza nello stesso stabile allo stesso numero civico, ma non nel medesimo interno. Quindi se si deve tenere in considerazione la distanza massima, è bene sapere che si tratta di quella che intercorre tra un appartamento e un altro dello stesso palazzo. La convivenza è richiesta ai coniugi (o la persona con cui il disabile è unita civilmente), ai figli, ai fratelli e ai parenti – affini fino al terzo grado.
Chi richiede di poter beneficiare del congedo straordinario Legge 104 deve essere un lavoratore dipendente privato che deve occuparsi di un parente che si trovi in una situazione di disabilità grave riconosciuta da un’apposita Commissione Medica Integrata. La domanda per accedere al congedo straordinario va effettuata per via telematica tramite web, patronati o Contat Center Multicanale.
Congedo di paternità 2019: stop ai 4 giorni? Tutte le novità
Fonte:https://www.money.it/
Il congedo di paternità potrebbe sparire dal prossimo anno: tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Il congedo di paternità rischia di sparire dal 2019.
Dal 2018, per mezzo della Legge di Bilancio dello stesso anno, il padre lavoratore dipendente ha diritto a 4 giorni di congedo obbligatorio - che non può essere quindi sottoposto a valutazioni discrezionali da parte del datore di lavoro - da utilizzare entro i 5 mesi dalla nascita del proprio figlio (o entro i 5 mesi dall’entrata in famiglia nel caso delle adozioni).
I giorni accordati, come stabilito all’art. 1, co. 354, della legge 232/16, possono essere goduti anche in via continuativa. Detto congedo infine è remunerato al 100% o ma, in assenza di interventi normativi, il congedo stesso conoscerà una sua dissoluzione il prossimo 31 dicembre. A tal proposito, una petizione online chiede che venga mantenuto ed esteso da 4 a 10 giorni, sempre entro i 5 mesi dalla nascita del neonato.
Per approfondire leggi anche- Congedo di paternità 2018: durata e come inviare domanda.
Cosa è accaduto nel 2018?
Il congedo di paternità introdotto nel 2013 - prima ad 1 giorno poi a 2 - ha conosciuto un reale sviluppo nel 2018, con la Legge di Bilancio 2018 che ha portato quei 2 giorni - inizialmente previsti - a 4 giorni di congedo obbligatorio remunerato al 100%.
Si è trattato tuttavia di una misura sperimentale, che non è stata disciplinata da nessuna normativa, e pertanto destinata ad esaurirsi il 31 dicembre.
Cosa si prospetta per il 2019?
Il congedo di paternità di 4 giorni è seriamente a rischio e destinato ad esaurirsi alla fine del 2018.
Se il governo attuale non opterà per una conferma di questi giorni accordati ai papà lavoratori, quel timido passo in avanti che si era fatto con il precedente governo rischierà di conoscere una retrocessione in termini di quell’equilibrio che si era cercato di instaurare fra le due figure genitoriali.
Certamente questa compromissione dei giorni concessi non ha lasciato indifferenti docenti e professionisti che da tempo si occupano di questo tema.
In effetti questi hanno promosso una petizione online riguardante il congedo di paternità obbligatorio, che deve diventare in tutto e per tutto strutturale, e quindi altamente disciplinato da normative. Hanno proposto altresì che il congedo venga aumentato a 10 giorni nei primi 5 mesi di vita dei neonati, come già accade in altri Paesi UE con successo.
La petizione online darà degli esiti?
Innanzitutto, oggetto della petizione è una richiesta rivolta al presidente del Consiglio Conte, ai presidenti di Camera e Senato, rispettivamente Fico e Casellati, e ai parlamentari, proprio affinché questi si attivino in merito al congedo di paternità obbligatorio, che deve esser reso strutturale e aumentato a 10 giorni.
Il merito della petizione va soprattutto a diversi nomi della politica e delle istituzioni, che hanno dato il buon esempio - diventando i primi firmatari e promotori della stessa - per tante altre persone che desiderano che il congedo continui a sussistere e anche in forma migliore (firma anche tu la petizione).
Per il momento una situazione di totale incertezza, mentre certo è solo il fatto che in Italia nascono sempre meno bambini, come i firmatari di questa petizione evidenziano più volte nei loro commenti online.
Scrivono soprattutto circa la necessità di investimenti pubblici coerenti e a lungo termine, oltre a rimarcare che la condivisione delle responsabilità familiari è da rendersi necessaria.
Chissà se tale petizione sarà davvero fonte di cambiamento - visto già un numero elevato di firme - e se si avranno le garanzie che spettano ai tanti papà che si sono interrogati sulle loro sorti.
Borse di studio per superamento degli esami di stato per figli di Dipendenti Pubblici
Fonte: lentepubblica.it
Un bando con l’erogazione di borse di studio per il superamento degli esami di stato destinate ai figli dei Dipendenti Pubblici: ecco tutte le informazioni.
Un Bando per borse di studio per il superamento degli esami di stato di I e II grado e per la promozione negli anni intermedi della secondaria di II grado, destinate ai figli dei dipendenti pubblici: la scadenza è il 20 ottobre 2018. Il bando,per 7.665 borse è destinato agli studenti che abbiano conseguito almeno 8/10 nell’anno scolastico 2017/2018.
È attivo il bando di concorso dell’INPS per 7.665 borse di studio per il superamento degli esami di stato di I e II grado e per la promozione negli anni intermedi della secondaria di II grado nel 2017/2018. Il bando è riservato ai figli e agli orfani di dipendenti o pensionati pubblici iscritti al fondo della gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali incluso il fondo per l’assistenza magistrale (ex ENAM).
Le domande si potranno presentare online sul sito INPS a partire dal 3 ottobre. La scadenza è fissata alle ore 12 del 20 ottobre 2018.
Il richiedente, ovvero colui che presenta la domanda di partecipazione al concorso, è individuato tra i seguenti soggetti:
a)il titolare del diritto in qualità di genitore del beneficiario;
b)il beneficiario maggiorenne;
c)il coniuge del titolare, in caso di titolare deceduto e senza diritto alla pensione di reversibilità del coniuge stesso, in qualità di “genitore superstite” e il coniuge del titolare decaduto dalla responsabilità genitoriale, in qualità di “genitore richiedente”;
d)l’altro genitore, ancorché non coniugato con il titolare del diritto, in caso di decesso di quest’ultimo o in caso di titolare del diritto decaduto dalla responsabilità genitoriale;
e)il tutore del figlio o dell’orfano del titolare del diritto.
Tutte le informazioni e le modalità per la presentazione delle domande sono disponibili nel bando.
Indicazioni generali sui servizi e le prestazioni INPS (ex INPDAP ed ex ENAM) per i dipendenti pubblici.
Dipendente pubblico, congedo straordinario e dottorato di ricerca
Fonte:legge per tutti
Sono un dipendente pubblico e vorrei chiedere il congedo straordinario triennale per un dottorato di ricerca senza assegni (un dottorato all’estero in parte online) e quindi con retribuzione del mio ente, però sono consapevole che trovandosi lo stesso in forte carenza di personale con la mia richiesta metterei in seria difficoltà il Direttore dell’ente. È legalmente corretto raggiungere un accordo con l’amministrazione per un congedo straordinario parziale, cioè un congedo di 6 mesi l’anno spalmati in orizzontale con ordinarie 18 ore di lavoro settimanali e possibilità che mi consente in determinati periodi del dottorato di assentarmi prolungatamente e poi recuperare? Questa modalità mi permetterebbe di svolgere il dottorato di ricerca, non perdere la retribuzione intera e nello stesso tempo non creare difficoltà all’ente dove lavoro.
Innanzitutto è opportuno chiarire cosa s’intende per “aspettativa per dottorato di ricerca”. In pratica, esso consiste nel diritto spettante al dipendente pubblico di essere collocato in aspettativa dall’amministrazione di appartenenza nel caso in cui risulti ammesso ad un corso di dottorato di ricerca presso una università. Si tratta quindi di un’aspettativa per motivi di studio e può durare per tutta la durata del dottorato di ricerca.
Il congedo straordinario per svolgere il dottorato di ricerca, prevista dall’articolo 18 comma 2 del vigente CCNL Scuola, ha trovato nel tempo una sua specifica regolamentazione nei seguenti riferimenti normativi:
– legge n. 476/1984, modificata dalla legge 488/2001;
– circolare MIUR n. 120 del 4 novembre 2002;
– legge n. 240/2010;
– circolare del MIUR n. 15 del 22 febbraio 2011.
La legge n. 476/1984 “Norma in materia di borse di studio e dottorato di ricerca nelle Università.”, così come modificata dalla legge n. 488/2001, prevede all’articolo 2 che:
– “Il pubblico dipendente ammesso ai corsi di dottorato di ricerca è collocato a domanda, compatibilmente con le esigenze dell’amministrazione, in congedo straordinario per motivi di studio senza assegni per il periodo di durata del corso ed usufruisce della borsa di studio ove ricorrano le condizioni richieste. In caso di ammissione a corsi di dottorato di ricerca senza borsa di studio, o di rinuncia a questa, l’interessato in aspettativa conserva il trattamento economico, previdenziale e di quiescenza in godimento da parte dell’amministrazione pubblica presso la quale è instaurato il rapporto di lavoro. Qualora, dopo il conseguimento del dottorato di ricerca, il rapporto di lavoro con l’amministrazione pubblica cessi per volontà del dipendente nei due anni successivi, è dovuta la ripetizione degli importi corrisposti ai sensi del secondo periodo”.
Il congedo straordinario per motivi di studio, quale appunto il dottorato di ricerca, stando al suddetto dettato normativo, non è concesso ma attribuito, come si evince chiaramente dall’espressione “collocato a domanda”. Il congedo è attribuito a domanda dal dirigente scolastico. Il diritto riconosciuto al pubblico dipendente è dunque condizionato all’autorizzazione della pubblica amministrazione presso la quale lavora; quest’ultima, infatti, può negare la concessione dell’aspettativa qualora sussistano motivate esigenze di servizio.
Tuttavia, la norma al riguardo è molto generica, non esplicitando quali potrebbero essere i motivi di un eventuale diniego da parte del dirigente scolastico (leggi Dottorato di ricerca per il personale assunto a tempo indeterminato).
Ciò detto, bisogna innanzitutto verificare che il Direttore dell’Ente non abbia qualche motivo valido per respingere la Sua richiesta di congedo straordinario. Ammesso che il periodo di congedo straordinario Le venga concesso, ai fini del trattamento economico bisogna distinguere due casi:
1- dottorato con borsa;
2- o dottorato senza borsa (o con rinuncia alla stessa).
Nel primo caso, cioè quando il corso di dottorato di ricerca prevede una borsa (un compenso/assegno mensile a carico dell’università), il pubblico dipendente viene collocato in aspettativa senza assegni, cioè un’aspettativa senza retribuzione a carico dell’amministrazione pubblica di appartenenza.
Qualora, invece, il pubblico dipendente venga ammesso ad un corso di dottorato senza borsa, o nel caso in cui il lavoratore rinunci preventivamente alla borsa in questione, l’amministrazione pubblica di appartenenza è tenuta a concedere l’aspettativa retribuita, cioè con la retribuzione mensile ordinariamente versata al dipendente.
In risposta al quesito posto, la legge non prevede il caso di congedo straordinario parziale che permette al lettore da una parte di frequentare il dottorato part-time e dall’altra di prestare servizio presso l’Ente senza perdere la retribuzione. Nel caso di specie, tra l’altro, l’Ente non è tenuto a retribuirla in quanto viene collocato in aspettativa senza assegni, quindi con godimento della borsa di studio ma senza retribuzione.
Infine, si ricorda che se il dipendente, nei due anni seguenti il conseguimento del dottorato di ricerca, decide volontariamente di risolvere il rapporto di lavoro con l’Amministrazione, dovrà restituire le somme percepite durante gli anni di corso.
Pensioni: domande ricongiunzione online dall'1 dicembre
L'Inps ha fornito nuove indicazioni sulla presentazione attraverso il canale telematico delle domande di ricongiunzione. Ecco le novità e il testo della comunicazione
Fonte:studiocataldi
Domande di ricongiunzione telematiche obbligatorie dall'1 dicembre anche per le casse professionali nel Fondo dei lavoratori dello spettacolo e dello sport e nei fondi speciali elettrici, telefonici e volo. È quanto ha comunicato l'Inps con messaggio n. 3494/2018 che va ad integrare la precedente circolare in materia (la n. 179/2014).
Domande ricongiunzione telematiche
Con la circolare precedente, infatti, sono state fornite indicazioni, spiega l'istituto, per la presentazione attraverso il canale telematico delle domande di ricongiunzione nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell'AGO, nel Fondo Quiescenza Poste e nel Fondo Dipendenti Ferrovie dello Stato S.p.A., nonché delle domande di ricongiunzione dei periodi assicurativi per i liberi professionisti.
Ora invece è possibile, comunica l'Inps, presentare in via telematica anche le seguenti domande:
- domanda di ricongiunzione dalle casse professionali nel Fondo dei lavoratori dello spettacolo e dello sport professionistico (gestioni ex Enpals) ai sensi dell'articolo 1 della legge 5 marzo 1990, n. 45;
- domanda di ricongiunzione nel Fondo dei lavoratori dello spettacolo e dello sport professionistico (gestioni ex Enpals) e nei Fondi speciali Elettrici, Telefonici e Volo, ai sensi dell'articolo 2 della legge 7 febbraio 1979, n. 29;
- domanda per il trasferimento nell'assicurazione generale obbligatoria, a titolo oneroso, delle posizioni assicurative dei Fondi speciali Elettrici, Telefonici e Volo.
Nulla cambia, invece, per le istanze di ricongiunzione nella Gestione dipendenti pubblici (Ex Inpdap).
Come presentare domanda
Per presentare domanda, basta collegarsi al sito internet dell'istituto e seguire il seguente percorso: "Prestazioni e servizi" > "Tutti i servizi" > "Ricongiunzione (Cittadino/ Patronati)".
Per accedere al servizio occorre essere in possesso del PIN dispositivo di autenticazione, ovvero usare il Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o la Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Ricongiunzione: canale telematico obbligatorio dall'1 dicembre
Nella prima fase di attuazione del processo di telematizzazione, rassicura l'Inps, "è previsto un periodo transitorio fino al 30 novembre 2018, durante il quale tali domande potranno essere presentate sia attraverso la consueta modalità, in formato cartaceo, sia nella modalità telematica".
A partire dal 1 dicembre 2018, invece, l'impiego del canale telematico diventerà esclusivo; pertanto le istanze presentate in altra modalità non saranno procedibili.
Pensione Dipendenti Pubblici: i periodi riscattabili quali sono?
Fonte: lentepubblica.it
Gli statali che si avvicinano alla pensione devono prestare attenzione ai servizi che possono essere riscattati per aumentare l’importo dell’assegno. Come noto i dipendenti pubblici possono sfruttare diverse disposizioni legislative per riscattare periodi utili ai fini pensionistici. L’ordinamento previdenziale per i lavoratori del settore statale (DPR 1092/1973) consente, infatti, ancora oggi la possibilità di riunire o di riscattare gratuitamente o con oneri ridotti alcuni particolari periodi di servizio, una facoltà non riconosciuta per la generalità dei lavoratori del settore privato. Si tratta di una serie di disposizioni di cui è bene essere a conoscenza sia per avvicinare la data di pensionamento che per maturare una pensione di importo superiore senza necessità di sborsare cifre notevoli.
Il riscatto ed il computo gratuito
I lavoratori statali possono in primo luogo procedere alla riunione gratuita ai fini pensionistici di tutti i servizi resi allo Stato e ad Enti locali (Art 112 e 113 del DPR 1092/1973) prima di andare in pensione. In sostanza tutti i servizi prestati con iscrizione in più Casse gestite dall’(ex) Inpdap si ricongiungono gratuitamente ai fini di un unico trattamento di quiescenza. Le norme che saranno applicate per la determinazione del trattamento finale sono quelle della Cassa dove il dipendente risulta iscritto alla data di cessazione. La ricongiunzione avviene d’ufficio se non è stato già liquidato trattamento di quiescenza, altrimenti deve essere prodotta domanda entro 6 mesi dall’inizio della nuova iscrizione, ovvero dalla notifica del provvedimento di pensione, previa rifusione di quanto percepito. In ogni caso la ricongiunzione è gratuita.
A completamento è ammesso pure il riscatto gratuito dei servizi resi allo Stato senza ritenuta conto tesoro o dei servizi resi ad enti pubblici diversi dallo Stato (Artt. 11 e 12 del DPR 1092/1973) per i quali il lavoratore risulti stato assicurato presso l’assicurazione generale obbligatoria dei lavoratori dipendenti invece che presso le casse pensionistiche del regime pubblico (Ex-Inpdap). In questi casi l’ordinamento consente il trasferimento gratuito dei contributi dall’Inps alla Cassa Stato al fine di conseguire un unico trattamento pensionistico. Il computo gratuito può essere esercitato in tutto o in parte, a condizione che tali periodi risultino coperti da contribuzione e che non abbiano dato luogo a pensione o a indennità. Comunque, previo trasferimento dei contributi dall’INPS o dagli altri fondi. Oltre naturalmente al riscatto del servizio militare.
Riscatto con onere a carico
Vi sono poi una serie di servizi che pur non avendo dato luogo all’accredito di contribuzione possono essere riscattati previo versamento di un onere economico particolarmente favorevole. In quanto basato su una percentuale dell’ultima retribuzione percepita al momento della domanda e non sul criterio ben più oneroso della riserva matematica stabilito dal Dlgs 184/1997 per molte altre tipologie di riscatto (tra cui ad esempio il riscatto della laurea o del part-time).
Sono così ammessi al riscatto agevolato i servizi statali non di ruolo per i quali non siano stati versati i relativi versamenti contributivi nell’assicurazione generale obbligatoria; i periodi di vice pretore reggente per un periodo non inferiore a sei mesi; i periodi svolti in qualità di assistente straordinario non incaricato o assistente volontario nelle università o negli istituti di istruzione superiore e gli altri periodi indicati nell’articolo 14 del DPR 1092/1973. L’onere del riscatto è pari al 7%, commisurato all’80 per cento dello stipendio, della paga o della retribuzione spettante alla data di presentazione della domanda, in relazione al periodo riscattato.
E’ ammesso pure il riscatto dei Servizi che abbiano costituito titolo per l’inquadramento nelle amministrazioni statali in qualità di dipendente di ruolo o non di ruolo. In tal caso il riscatto è gratuito se questi servizi siano stati prestati con iscrizione ad assicurazione obbligatoria (Art. 14 DPR 1092/1973).
Può formare oggetto di riscatto agevolato anche il periodo intercorrente dalla data della decorrenza giuridica a quella di effettiva presa in servizio (decorrenza economica) (art. 142 DPR 1092/1973); i periodi di pratica e di iscrizione agli albi professionali, a condizione che il periodo di pratica o d’iscrizione sia stato richiesto quale condizione necessaria per l’ammissione in servizio (Art. 13 del DPR 1092/1973); il periodo prestato nelle scuole legalmente riconosciute (Art. 116 DPR 417/74 e Art. 23 DPR 420/74). L’onere da versare, in questi casi, è pari al 18% della retribuzione percepita alla data della domanda.
Riscatti normali
La Riforma Dini ha introdotto ulteriori periodi riscattabili dal 31.12.1996 tra cui, in particolare, i periodi di lavoro all’estero, il riscatto dei periodi di aspettativa, i periodi di interruzione o sospensione dal lavoro, il riscatto dei periodi di lavoro in regime di part-time ed ha mutato, per queste nuove forme di riscatto (tra cui però anche le domande volte al riscatto della laurea presentate dopo il 12 luglio 1997) i criteri di determinazione dell’onere secondo le modalità attualmente conosciute (riserva matematica per i periodi da riscattare nel sistema retributivo e sistema dell’aliquota a percentuale per i periodi da riscattare nel sistema contributivo).
La domanda
Occhio ai termini per la presentazione delle domande di riscatto o di computo dei periodi. Il dipendente statale deve, infatti, presentare la domanda almeno due anni prima del raggiungimento del limite di età previsto per la cessazione dal servizio, pena la decadenza (Art 147 DPR 1092/1973). Qualora la cessazione avviene prima che sia scaduto tale termine la domanda deve essere prodotta entro 90 giorni dalla comunicazione del provvedimento di cessazione .
Il fisco deve risarcire il cittadino consigliato male allo sportello!
L'amministrazione deve ottemperare adeguatamente al proprio dovere di informativa nei confronti dei contribuenti, tenendo conto delle peculiarità delle diverse situazioni che le vengono prospettate. Confermata condanna nei confronti dell'Agenzia delle Entrate
Fonte:studiocataldi di Valeria Zeppilli –
Il cittadino che si reca presso gli uffici dell'Agenzia delle entrate per avere delucidazioni sulla propria posizione contributiva e viene consigliato male dall'operatore dello sportello ha diritto a essere risarcito del danno eventualmente subito per essersi fidato di quanto riferitogli.
La buona notizia, decretata dalla Corte di cassazione con ordinanza numero 23163/2018 (qui sotto allegata), è molto importante per tutti i contribuenti, che saranno ora più tutelati e avranno maggiori garanzie quando devono avventurarsi nei meandri complessi del fisco.
La vicenda
In tale pronuncia infatti, dichiarando inammissibile il ricorso proposto dall'Agenzia delle entrate, la Corte ha confermato la condanna al risarcimento del danno ingiusto causato dalla condotta negligente nei confronti di un cittadino.
L'amministrazione, in particolare, non aveva considerato le peculiarità del caso prospettatole dal contribuente, aveva omesso del tutto il proprio dovere di informativa e aveva così ingenerato nel suo interlocutore la convinzione che, una volta ammesso alla tassazione favorevole per la propria attività di coltivatore diretto senza l'adeguata documentazione, non fosse necessario altro adempimento per evitare di perdere il beneficio.
Più precisamente, il contribuente si era recato presso un ufficio dell'Agenzia delle entrate per registrare una scrittura privata documentando la propria qualità di coltivatore diretto attraverso la relativa certificazione Inps. Il direttore dell'Agenzia gli aveva quindi chiesto di apporre sulla scrittura privata una dichiarazione contenente l'indicazione del valore della vendita.
Dopo due mesi, aveva ricevuto l'avviso di liquidazione della maggiore tassazione applicata in forza del valore dichiarato in calce all'atto, senza essere stato avvisato della necessità di dotarsi di ulteriore documentazione.
Per tale ragione, gli è stato riconosciuto il risarcimento del danno pari a e 39.538,43 euro
ALLEGATO*
*La valutazione di un caso concreto attraverso una recente sentenza dalla corte dei conti, Sez. giurisdizionale per la Toscana
No al rimborso delle spese legali del dipendente pubblico assolto per la timbratura del cartellino marcatempo del collega
Fonte:di https://www.itanews.org/ ENZO CUZZOLA
Secondo la Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, sent. n. 20561 del 6 agosto 2018, l’Amministrazione è legittimata a contribuire alla difesa del suo dipendente imputato in un procedimento penale se sussiste un interesse specifico al riguardo, ravvisabile qualora sussista imputabilità dell’attività all’Amministrazione stessa e dunque una diretta connessione di tale attività con il fine pubblico.
La connessione dei fatti con l’espletamento del servizio o con l’assolvimento di obblighi istituzionali va intesa nel senso che tali atti e fatti siano riconducibili all’attività funzionale del dipendente stesso in un rapporto di stretta dipendenza con dei propri obblighi, dovendo trattarsi di attività che necessariamente si ricollegano all’esercizio diligente della pubblica funzione; inoltre, occorre che vi sia un nesso di strumentalità tra l’adempimento del dovere e il compimento dell’atto, nel senso che il dipendente non avrebbe assolto ai suoi compiti se non compiendo quel fatto o quell’atto.
Di conseguenza, al dipendente comunale, assolto dall’imputazione di reato di truffa e sostituzione di persona per la timbratura del cartellino marcatempo di altro dipendente, non compete il rimborso delle spese legali in quanto i fatti ascrittigli esulano dalla funzione svolta e costituiscono grave violazione dei doveri d’ufficio, indipendentemente dall’assoluzione.
>> VAI AL TESTO DELLA SENTENZA.
C'è una nuova risorsa per gli informatori anonimi nella pubblica amministrazione
Arriva uno strumento informatico che consente agli enti pubblici di raccogliere segnalazioni anonime dai whislteblower su corruzione e illeciti
Fonte: https://www.agi.it/i
Le organizzazioni non-profit Transparency International Italia e Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Umani Digitali presentano oggi WhistleblowingPa, strumento informatico che consente agli enti pubblici di raccogliere segnalazioni anonime su corruzione e illeciti interni alle pubbliche amministrazioni, garantendo l’anonimato del segnalante. L’iniziativa arriva a quasi un anno dall’approvazione della legge sul whistleblowing, passata definitivamente alla Camera dei Deputati il 15 novembre del 2017 (con 357 voti, di cui 46 contrari di Forza Italia e Direzione Italia; 15 gli astenuti), che introduce l’obbligo per gli enti pubblici di dotarsi di sistemi in grado di garantire maggiore riservatezza nel processo di segnalazione e di proteggere l'identità di chi segnala.
“In Italia abbiamo più di 22 mila enti pubblici, la maggior parte dei quali di piccole dimensioni che non necessariamente hanno le risorse umane ed economiche per attivare una piattaforma informatica in maniera autonoma - ha spiegato l’esperto di whistleblowing di Transparency International Italia, Giorgio Fraschini -. Per questo abbiamo deciso offrire a tutte le pubbliche amministrazioni uno strumento facile da usare, e soprattutto a costo zero, in grado di tutelare al massimo l’identità del segnalante”.
“WhistleblowingPa si basa sul software libero e opensource Globaleaks, che continuiamo a sviluppare ormai dal 2011 e che migliaia di enti, tra cui la Corte Penale Internazionale dell’Aia, l’Autorità Anticorruzione della Catalogna e in ambito giornalistico l’Agenzia Italia con la piattaforma Italialeaks, utilizzano già per ricevere le segnalazioni - spiega il presidente del Centro Hermes, Fabio Pietrosanti -. Il vantaggio principale di questo software è la garanzia dell’anonimato tecnologico: non sarà possibile per nessuno risalire all’identità di chi segnala a meno che il whistleblower stesso non decida di rivelarlo”.
L’iniziativa arriva in un momento di costante aumento della quantità di segnalazioni anonime, come testimoniato dal terzo rapporto annuale sul Whistleblowing pubblicato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, che nei primi cinque mesi del 2018 ha ricevuto 621 segnalazioni, contro le 893 di tutto l’anno precedente.
Da PensioniOggi:
Chi va al lavoro in bici e si infortuna ha sempre diritto all'indennizzo Inail
La Corte di Cassazione chiarisce i contorni dell'infortunio in itinere anche alla luce dell'intervento legislativo del 2015. L'utilizzo della bici come mezzo privato va considerato sempre necessitato.
Quota 100, Si punta a combinazione 62 anni e 38 di contributi
Sono le prime indiscrizioni del dossier sul tavolo dell'esecutivo da inserire nella legge di bilancio. Possibile anche il blocco del prossimo adeguamento alla speranza di vita per le pensioni anticipate.
Reddito di Cittadinanza e Riforma Pensioni, Ecco i primi dettagli
Il pacchetto allo studio di Palazzo Chigi. Reddito di cittadinanza da marzo dopo la riforma dei Centri per l'Impiego. Stop al reddito di inclusione. Dal 2019 quota 100 e incremento delle pensioni minime.
Indennità di Accompagnamento, Importo e Requisiti per il 2018 [Guida]
L'importo dell'indennità di accompagnamento per il 2018 è pari a poco piu' di 516 euro al mese corrisposti per dodici mensilità.
Leggi Tutto: https://www.pensionioggi.it/dizionario/indennita-di-accompagnamento#ixzz5SbLJOlaz
- by Alex