Suggerimenti nuovo CCNL
L’elemento “qualitativo” del lavoro è determinante per comprendere lo stato di benessere dei lavoratori. A tal fine UILPA ha attivato una pagina per i suggerimenti che ogni lavoratore potrà presentare. UILPA presterà particolare attenzione all’analisi dei dati ricevuti al fine di proporrein sede di contrattazione le istanze ricevute. Condanna delle vecchie logiche di risanamento dei conti pubblici con il sangue dei lavoratori e la scelta di indirizzare invece la propria azione politica verso un ricambio generazionale, unite all’impegno di spingere sul versante dei rinnovi contrattuali che diano al lavoratore dei vantaggi, non solo economici immediati, contraddistinguono un atteggiamento di interesse condiviso fortemente voluto e veramente innovativo nei confronti del Pubblico Impiego attraverso la contrattazione partecipata, stendendo finalmente un velo pietoso sui quei nefasti provvedimenti del passato, adottati senza alcun confronto.
A tal fine alcune ipotesi di suggerimento potrebbero essere:
· Parificazione verso l’alto dei buoni pasto (attualmente in alcune amministrazioni il buono pasto ha un valore di 15 €)
· Tutte le voci che fanno parte della retribuzione diretta ed indiretta(buoni pasto compresi) devono essere utili per il calcolo della pensione
· Allargamento del telelavoro a tutti i lavoratori richiedenti che abbiano figli minori o disabili e/o anziani con disabilità o in età avanzata
· Prestiti e mutui al tasso utilizzato per le operazioni di finanziamento marginale
· Reale welfare aziendale inteso come strumento centralizzato per il risparmio di tutti i dipendenti della PA per tutti i settori essenziali ( luce, gas, assicurazioni ecc.) e localizzato per politiche di aggregazione e risparmio in tutti i settori merceologici
https://www.uilpa.it/suggerimenti-contratto-2019-2021
Decreto concretezza, ecco il testo: impronte digitali anti-furbetto e nuove assunzioni
ALLEGATO il Testo approvato
Fonte: leggioggi di Chiara Arroi
Si profilano tempi duri per chi ha sposato la filosofia da furbetto del cartellino: nel Consiglio dei ministri di ieri sera, oltre al Decreto Genova, è stato approvato il Decreto Concretezza annunciato da Giulia Bongiorno, ministra per la Pubblica amministrazione, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, che ha presentato l’arrivo nella Pa delle impronte digitali per combattere le inefficienze degli statali furboni.
Il provvedimento licenziato contiene “interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo” ed è nato, come spiegato dalla ministra “dall’esigenza di dare una effettiva semplificazione alla Pa, in un’epoca di trasformazione digitale. L’idea è quella di lavorare sulle procedure concrete per rendere più efficiente la pubblica amministrazione”.
E non a caso, le parole d’ordine di questo Decreto sono: impronte digitali contro i furbetti del cartellino e sblocco del turn over, per dare vita al ricambio generazionale che dovrà portare a nuove assunzioni nelle amministrazioni pubbliche.
Consulta lo speciale Riforma Pa
Vediamo quindi le principali novità introdotte dal Decreto.
Decreto concretezza: impronte digitali per gli statali
“Abbiamo approvato la rilevazione biometrica delle presenze, non è punitivo, ma tutela i dipendenti che lavorano, quelli che non sono fannulloni», ha spiegato Bongiorno mentre presentava l’introduzione in Italia delle impronte digitali per identificare chi entra nel luogo di lavoro. Una misura che darà le ore contate ad assenteisti e furbetti, abituati a strani giochi con il timbro del proprio badge o quello dei colleghi. Via libera quindi a sistemi di rilevazione biometrica e videosorveglianza per monitorare l’ingresso a lavoro e il rispetto degli orari.
Decreto concretezza: in arrivo nuove assunzioni
Altro pilastro del provvedimento è proprio lo sblocco del turn over, che dovrà portare negli uffici della pubblica amministrazione nuova linfa vitale e nuovi assunti. “ Non un’infornata”,, ma “un bel ricambio generazionale di qualità con giovani che abbiano le professionalità mancanti. Da quelle a sostegno della digitalizzazione, al personale della giustizia (cancellieri e assistenti giudiziari). Dagli specialisti nell’utilizzo dei fondi europei agli ingegneri esperti in controllo di gestione, al personale tecnico”.
Bongiorno ha poi sottolineato: “l’anno scorso c’è stato il blocco del 25% del turn-over. Noi lo togliamo e prevediamo procedure semplificate. Una sorta di liberalizzazione delle assunzioni”. Da subito verrà dato il via libera all’80% delle assunzioni previste, considerando i pensionamenti. Ci saranno assunzioni “tramite apposite procedure concorsuali indette in deroga alla normativa vigente in materia di mobilità e senza la necessità della preventiva autorizzazione”. Con il maxi concorso previsto le 450.000 assunzioni previste per il prossimo triennio, potranno essere anticipate al 2019.
Consulta lo speciale Concorsi pubblici
Decreto concretezza: la black list dirigenziale
Chi non si adegua e non rispetta le misure annunciate dovrà scontrarsi con la responsabilità dirigenziale e disciplinare dei dirigenti.
Decreto concretezza: in arrivo il nucleo concretezza
Il decreto prevede quindi l’istituzione del “Nucleo concretezza” che, collaborando con l’Ispettorato della funzione pubblica, effettuerà visite e sopralluoghi per verificare il rispetto degli obblighi di legge.
Decreto concretezza: buoni pasto
L’articolo 5 del Decreto prevede la sostituzione dei buoni pasto erogate in base alle convenzioni stipulate da Consip.
Statali, controlli biometrici e telecamere contro gli assenteisti: ecco il DdL concretezza
Fonte: https://www.money.it/ di Anna Maria D’Andrea
Nuova stretta contro l’assenteismo nella PA: tra le novità previste dal DdL concretezza approvato dal Governo il 13 settembre 2018 spuntano i controlli biometrici e le telecamere per arginare il fenomeno dei furbetti del cartellino.
Tempi duri per i “furbetti del cartellino”: per gli statali è in arrivo una vera e propria ondata di novità grazie alle misure contenute del DdL concretezza approvato dal Governo il 13 settembre 2018.
Per stanare gli assenteisti il decreto proposto dal Ministro per la PA Giulia Bongiorno introduce nuove modalità di controllo tramite impronte digitale e riconoscimento dell’iride.
La nuova procedura anti-fannulloni dovrà ottenere il via libera dall’Autorità Garante per la privacy e, accanto al via libera ai controlli biometrici, dovrà essere autorizzata anche l’installazione delle telecamere per controllare i dipendenti pubblici.
Il Ministro sottolinea che le novità contenute nel testo del DdL concretezza non avranno finalità punitiva ma che, al contrario, l’obiettivo è quello di rendere sempre più efficiente la Pubblica Amministrazione.
Controlli biometrici e telecamere contro gli statali fannulloni: le novità del DdL concretezza
I controlli biometrici per gli statali sono una delle modalità per arginare il fenomeno dei furbetti del cartellino previste dal DdL concretezza, approvato nel corso del Consiglio dei Ministri del 13 settembre 2018.
In sostanza, l’identificazione del dipendente pubblico dovrà avvenire tramite il riconoscimento delle impronte digitali ovvero mediante controlli dell’iride o riconoscimento vocale sia in entrata che in uscita.
Il tutto gradualmente: la riforma della PA voluta dal Ministro Bongiorno dovrà esser valutata preliminarmente dal Garante per la privacy, al quale sarà inoltre affidato il compito di dare l’ok definitivo all’installazione di telecamere negli uffici pubblici.
Dell’avvio delle nuove modalità di controllo dei dipendenti statali si era già parlato negli scorsi mesi e il Ministro Giulia Bongiorno aveva rilanciato l’obiettivo di digitalizzazione della PA anche per quel che riguarda la lotta contro i “fannulloni”.
La lotta ai furbetti del cartellino rappresenta una soltanto delle novità previste dal DdL concretezza, con il quale è stato dato il via al nuovo piano di assunzioni, con i circa 450 mila nuovi dipendenti statali necessari per garantire la piena efficienza della macchina pubblica.
DdL concretezza: nuove assunzioni in arrivo
Per garantire l’efficienza della Pubblica Amministrazione non basta controllare i dipendenti statali, ma serve anche un concreto piano di assunzioni parametrato in base alle esigenze degli uffici pubblici.
Proprio per questo, tra le novità previste dal DdL concretezza sono previste nuove assunzioni di personale a tempo indeterminato da parte delle amministrazioni dello Stato, delle agenzie e degli enti pubblici non economici, per una spesa pari al 100 per cento di quella relativa al personale di ruolo cessato nell’anno precedente.
Non si tratterà di una nuova “infornata” di dipendenti statali, ha dichiarato la Bongiorno, ma la norma è stata introdotta al fine di sbloccare il turnover e consentire l’ingresso negli uffici dello Stato di personale esperto e qualificato, con competenze anche nel digitale.
Caos buoni pasto, Qui! Group ancora in gara con la Pa dopo il fallimento
Fonte: businessinsider
Fallita con debiti che per la procura di Genova ammontano a “non meno di 325 milioni” e fuori dalla gara per i buoni pasto della pubblica amministrazione, Qui! Group di Gregorio Fogliani cerca di rientrare in gioco dalla porta di servizio. Più Buono, controllata dal gruppo al 95%, si sarebbe aggiudicata due dei quindici lotti messi in gara da Consip: quelli relativi a Toscana e Piemonte, un fetta di torta da circa100 milioni di euro. Un colpo enorme per un piccola società – l’ex Ticket Gemeaz, rilevata da Qui! Nel 2013 – che non aveva mai partecipato a una gara pubblica e che oggi sta correndo contro il tempo per costruirsi una rete sul territorio.
I dipendenti della pubblica amministrazione che ancora si leccano le ferite – e aspettano il rimborso dei ticket inutilizzabili – restano alla finestra, mentre Anseb, l’associazione delle aziende emettitrici di buoni pasto, si augura che Consip faccia un passo indietro e applicando il potere di autotutela non assegni i lotti alla controllata di Qui!
“Qui! Aveva un modello di business anomalo rispetto a tutti i suoi concorrenti. Il fatto che abbia accumulato debiti per oltre 320 milioni è semplicemente incomprensibile” dice Emmanuele Massagli, presidente di Anseb che poi aggiunge: “Quello dei buoni pasto è un mercato a bassissima marginalità, ma con enormi flussi di cassa. Per questo gran parte delle aziende è senza debiti o con esposizioni finanziarie ridotte al minimo. Anche per questo Qui! Group rappresenta un’anomalia in un mercato sano”.
Quello dei buoni pasto è un settore che genera un giro d’affari da 3 miliardi di euro l’anno – sono circa 4 milioni i dipendenti che li utilizzano – con una ricaduta positiva sull’indotto e , ma che richiede anche una gestione oculata della cassa. “Le gare al ribasso, come quelle che ha vinto per 8 volte Qui! Non sono un problema per un’azienda solida che vuole aumentare il proprio fatturare e far crescere la sua rete, ma – mette i guardia Massagli – diventano pericolose se rappresentano l’unica strategia di un gruppo”.
Il meccanismo dei buoni pasto si regge sul filo del rasoio: l’azienda che emette il ticket incassa dal datore di lavoro il 10% circa in meno del valore nominale del buono in mano al dipendente (dipende comunque dalla scontistica negoziata). Per restare in equilibrio, quindi, è fondamentale negoziare con gli esercizi che accettano i ticket l’entità del rimborsao rispetto al valore nominale. In questo senso i soci Anseb, ma anche i loro concorrenti, si sono attrezzati nel tempo per vendere servizi aggiuntivi che sostenessero i loro margini e permettessero alle aziende anche di partecipare a gare in “perdita”.
“Nessuno, però, ha mai smesso di rimborsare i ticket agli esercenti” prosegue Massagli che poi aggiunge: “Qui! Ha provato a giustificare la sua situazione con il meccanismo delle gare al ribasso le gare al ribasso, ma sonorischi calcolati da tutti gli operatori. Al netto di Edenred, che non partecipa a gare pubbliche, tutte le altre società si sono mosse in linea con con Qui! Che, ripeto, rappresenta un’anomalia del sistema”
Anche per questo Anseb chiede al ministero delle Infrastrutture di mettere mano al codice degli appalti con una serie di correttivi alla procedura con cui si svolgono le gare pubbliche così ambite dalle società emettitrici di buoni. In cima alle richieste di Anseb c’è la domanda di valutare la qualità delle offerte e non solo il prezzo: “Potrebbe costare qualche decina di milioni in più alla pubblica amministrazione, ma il servizio migliorerebbe. E non avremmo più situazioni come quella attuale” spiega Massagli.
Anche perché in cambio, Anseb è pronta a mettere sul piatto il vincolo, da parte delle società emettitrici, del 2% del valore dei buoni pasto in circolazione proprio per far fronte a imprevisti ed emergenze come quella di Qui! Massagli chiede anche la creazione di “una commissione di portatori d’interessi per vigilare costantemente sul mercato” e – infine – “che l’emettitore del buono sia lo stesso soggetto che ha vinto la gara d’appalto. Questo è un settore in salute e importante per il Paese”.
Danno erariale al dipendente che altera le timbrature del cartellino
Allegata sentenza
Fonte:sole24ore di Michele Nico
Il dipendente pubblico che attesta falsamente la presenza in ufficio con la reiterata manipolazione delle rilevazioni registrate dal sistema informatico viola un fondamentale obbligo di servizio, rappresentato dal dovere di fornire la prestazione di lavoro secondo le condizioni previste dal rapporto di impiego con la Pa, cagionando alle pubbliche finanze un danno pari alla retribuzione indebitamente erogata. sentenza n. 110/2018, la Corte dei conti, Sezione giurisdizionale per l'Abruzzo
Pensione anticipata con invalidità civile Inps: requisiti e chi può averla
Fonte:termometropolitico
Invalidità civile e pensione anticipata, come si hanno
Chi è invalido ha diritto ad una pensione anticipata? Non esiste una risposta unica. Esistono varie agevolazioni che sono riservate a chi ha ridotta capacità lavorativa. Ciò consente di accedere prima all’età pensionabile. Ma devono essere rispettati determinati requisiti. In particolare ciò dipende dall’età; dal fondo di previdenza a cui si è iscritti e dagli anni di contribuzione e assicurazione. Inoltre ci sono differenze in base alla percentuale di invalidità e quindi della gravità delle condizioni di salute formalmente riconosciute dall’Inps. Sulla base di tutti gli elementi citati può poi cambiare il tipo di trattamento spettante.
Pensione anticipata, assegno ordinario di invalidità sino ad età pensionabile
I lavoratori che hanno una invalidità pari o superiore al 67% possono ottenere l’assegno ordinario d’invalidità; a condizione che siano iscritti presso una delle gestioni Inps. Anche in questo caso devono essere rispettate alcune condizioni: possedere almeno 5 anni di contributi di cui 3 nell’ultimo quinquennio. Al compimento dell’età pensionabile l’assegno di invalidità diventa una pensione di vecchiaia. La stessa è compatibile con un’attività lavorativa sebbene siano previsti limiti al cumulo dei redditi.
Pensione anticipata, con una percentuale di invalidità pari o superiore del 74%
Cambiano invece le condizioni legate alla pensione per chi ha una percentuale di invalidità pari al 74% o più alta. Infatti per i lavoratori con una riconosciuta percentuale d’invalidità pari o superiore al 74% ci sono più benefici. Ovvero la maggiorazione contributiva pari a 2 mesi per ogni anno di lavoro; sino a un massimo di 5 mesi nella vita lavorativa. Ciò determina una possibilità di andare in pensione prima grazie al riconoscimento dei diritti contributivi con condizioni più agevoli.
In caso abbiano 30 anni di contributi e 63 anni di età possono accedere all’Ape Sociale. I lavoratori con una invalidità civile pari o superiore al 74% in possesso di 41 anni di contributi e con almeno 12 mesi di contributi da effettivo lavoro accreditati prima dei 19 anni di età (lavoratore precoci) possono accedere alla pensione anticipata. Infine se il reddito annuo non supera 4853,29 euro, anche senza aver versato contributi, possono ottenere l’assegno d’invalidità civile pari a 282,55 euro al mese.
Pensione anticipata, invalidi all’80% e in caso di inabilità totale
Per accedere alla pensione anticipata se si è lavoratori dipendenti in ambito privato con una percentuale di invalidità pari o superiore all’80% si devono possedere precisi requisiti. Ovvero 20 anni di contributi e un’età pari a 60 anni e 7 mesi per gli uomini; 55 anni e 7 mesi per le donne.
Per quanto riguarda gli inabili, cioè chi una capacità lavorativa nulla con una percentuale di invalidità del 100%, le condizioni di accesso alla pensione variano a seconda dei casi specifici.
Chi possiede una inabilità assoluta e permanente a qualsiasi attività lavorativa ha diritto a ricevere immediatamente la pensione d’inabilità. Perché ciò accada la persona deve possedere almeno 5 anni di contributi, di cui 3 versati nell’ultimo quinquennio. In assenza dei requisiti ha diritto ad ottenere la pensione per invalidi civili totale se ha un reddito inferiore ai 16664,36 euro.
Chi ha una inabilità a proficuo lavoro può ottenere la pensione d’inabilità se è dipendente pubblico e se è in possesso di almeno 15 anni di servizio. Lo stesso vale se il lavoratore è un dipendente pubblico che possiede un’inabilità alle mansioni. Nell’ultimo caso è necessario avere 20 anni di servizio. C’è poi un’altra variabile: la pensione può non essere riconosciuta se c’è la possibilità di adibire il lavoratore a mansioni equivalenti.
Pensione anticipata, per invalidità o malattia professionale
In caso di infortunio o di malattia professionale dopo che la stessa è stata diagnosticata il lavoratore il lavoratore può avere diritto ad trattamento in forma di rendita erogata dall’Inail. Si tratta di una sorta di pensione ma viene riconosciuta quando la malattia è causata dal tipo di attività o mansione lavorativa svolta, oppure dall’ambiente di lavoro nel quale si opera.
Visita fiscale Inps: orario sabato e domenica per pubblici e privati
Fonte: termometropolitico
Orario visita fiscale Inps nei festivi
Quali sono le regole che valgono per la visita fiscale Inps? Come deve comportarsi il lavoratore per evitare di andare incontro a sanzioni? Il lavoratore è tenuto a garantire la propria presenza in casa perché in determinati orari l’Inps può effettuare il controllo tramite i medici incaricati. Tale verifica può essere attivata, secondo le recenti disposizioni, già dal primo giorno di malattia. I datori di lavoro privati e le pubbliche amministrazioni possono richiedere la visita medica di controllo dello stato di salute dei propri dipendenti in malattia attraverso il servizio online dedicato.
Visita fiscale Inps, orario sabato e domenica (compresi i giorni di festa)
Molti si chiedono se ci sono differenze per gli orari di riferimento di eventuali visite il sabato e la domenica. Resta tutto inalterato: come negli altri giorni della settimana. Le fasce orarie valgono anche il sabato, la domenica ed i festivi. Si fa riferimento ai seguenti orari. Per i lavoratori del settore privato la mattina dalle ore 10:00 alle ore 12:00 ed il pomeriggio dalle ore 17:00 alle ore 19:00. Mentre per i dipendenti pubblici gli orari da rispettare sono la mattina dalle ore 9:00 alle ore 13:00 ed il pomeriggio dalle ore 15:00 alle ore 18:00.
Visita fiscale Inps, come comportarsi e cosa sapere
Consigli utili: durante gli orari indicati, compresi sabato e domenica,il lavoratore assente per malattia deve rimanere in casa o presso l’abitazione all’indirizzo comunicato. Ci sono casi di esenzione dalla visita fiscale.
Possono esserci anche casi di assenza giustificata. Ciò avviene in caso di; ritiro presso gli Uffici sanitari di radiografie collegate alla malattia in atto; effettuazione di un’iniezione, se il trattamento terapeutico è urgente; visita presso l’ambulatorio del medico, in caso di impossibilità di conciliare l’orario di ricevimento con le fasce di reperibilità; visite presso l’ambulatorio del medico finalizzata a far constatare l’eventuale guarigione della malattia, per riprendere il lavoro; visita presso un medico specialista, in caso di cure dentistiche urgenti; effettuazione di un ciclo di cure presso un istituto convenzionato; urgenza di recarsi in farmacia; effettuazione di attività di volontariato non realizzabile in tempi diversi da quelli delle fasce orarie; visita a un familiare stretto ricoverato in ospedale, quando l’orario di visita ai degenti coincide con le fasce di reperibilità; necessaria assistenza prestata dal lavoratore in ospedale al familiare stretto in gravi condizioni.
Visita fiscale Inps, le conseguenze di una assenza ingiustificata
Cosa succede in caso diassenza ingiustificata del lavoratore a seguito di visita fiscale Inps? Alla prima visita fiscale in cui risulti assente il lavoratore perde qualsiasi trattamento economico per i primi 10 giorni di malattia. Alla seconda visita fiscale è ridotto del 50% il trattamento economico per il residuo periodo. Infine alla terza visita fiscale: l’erogazione dell’indennità Inps viene interrotta da quel momento e fino al termine del periodo di malattia. Chiaramente l’assenza può determinare conseguenze anche da parte del datore di lavoro che a quel punto può sanzionare lo stesso dal punto di vista disciplinare.
Visita fiscale Inps: giustificazione assenza e licenziamento. Chi decide
Fonte: https://www.termometropolitico.it/
Licenziamento con visita fiscale, perchè è possibile
Per quanto riguarda la visita fiscale Inps, cosa succede in caso di lavoratore assente alla visita domiciliare? E dunque convocato per la visita ambulatoriale? Il lavoratore sarà chiamato a giustificare la sua assenza a visita fiscale Inps; dunque sarà tenuto a dimostrare la legittima motivazione per cui non si è fatto trovare all’indirizzo da lui indicato; ovviamente sempre restando nelle fasce di reperibilità oraria. A tal proposito l’Inps ha pubblicato una comunicazione finalizzata al chiarimento di tale aspetto. Stiamo parlando nello specifico del messaggio n. 4282 del 31 ottobre 2017.
Assente a visita fiscale Inps: chi deve chiedere la giustificazione
In primis l’Inps ha precisato che spetta sempre al medico convocare la visita ambulatoriale. Sia nel caso in cui la visita fiscale sia stata richiesta dal datore di lavoro pubblico; sia nell’eventualità in cui sia stata disposta dall’Inps stesso.
L’avviso informa che il procedimento della giustificazione o meno del lavoratore per la sua assenza al domicilio “è deciso esclusivamente dal datore di lavoro, a seguito di un’istruttoria; di cui però può far parte anche la valutazione tecnica degli Uffici medico legali dell’Istituto sull’esame delle giustificazioni eventualmente addotte dal lavoratore”.
È stato quindi specificato tramite apposita comunicazione come sia “di esclusiva competenza dell’amministrazione pubblica di appartenenza la valutazione delle giustificazioni di assenza al domicilio quando tali valutazioni richiedano competenze di tipo amministrativo; nel rispetto della specifica normativa relativa al pubblico impiego”. Inoltre, che “è previsto l’esame delle giustificazioni da parte dell’Ufficio medico legale Inps territorialmente competente, qualora queste abbiano carattere prettamente sanitario”.
Esenzione Tabella A. Soggetti esenti da controllo.
Visita fiscale Inps: valutazione giustificazione assenza, come funziona
L’Inps prosegue dunque nel precisare come funziona la procedura legata alle assenze alla visita fiscale Inps. “Innanzitutto è necessario procedere con l’annotazione delle valutazioni nell’apposito modello ‘Visita medica di controllo ambulatoriale’; riportante la competenza amministrativa; oppure il giudizio medico legale sulla giustificabilità dell’assenza a visita medica domiciliare”. La struttura consegnerà questo modello al lavoratore. E quindi lo spedirà in seguito al suo domicilio.
Occorrerà contrassegnare il campo “Competenza Amministrativa” nel modello nel caso in cui il lavoratore produca una documentazione di tipo amministrativo, di tipo sanitario o alcun documento giustificativo. Nelle note bisognerà specificare che si rimanda il parere all’Amministrazione di appartenenza; senza fare nessun riferimento alle condizioni di salute del lavoratore. Infatti si specifica che il datore di lavoro ha il potere decisionale e di valutazione della giustificazione dell’assenza; considerando anche altri fatti magari non noti all’Inps. Al tempo stesso, il datore di lavoro che riceve le giustificazioni dal lavoratore potrà sempre chiedere al centro medico legale competente elementi di valutazione supplementari.
Nel caso in cui il lavoratore presenti documenti giustificativi sanitari, allora bisognerà contrassegnare il campo “Sì” nella sezione “Assenza giustificabile”. Nelle note bisognerà esprimere tale valutazione di giustificabilità; mentre rimane il veto sulle condizioni di salute del lavoratore.
Visita fiscale Inps: cambio prognosi e giorni, come aumentarli
Fonte: https://www.termometropolitico.it
Visita fiscale Inps: cambio prognosi e giorni, come aumentarli.
Per quanto riguarda la visita fiscale Inps è possibile cambiare prognosi e quindi durata del decorso della malattia? Più precisamente, è possibile diminuirli o aumentarli? Questo perché la malattia potrebbe avere uno sviluppo diverso, sia in positivo sia in negativo; e quindi migliorare prima del tempo o aggravarsi ulteriormente. Nel primo caso sarebbe utile dunque poter tornare al lavoro in anticipo, magari per sbrigare delle pratiche urgenti; nel secondo sarà necessario modificare la prognosi e dunque ritardare il rientro a lavoro. Ma cosa succede in questi casi?
Visita fiscale Inps: prognosi, cosa sapere
Tra le informazioni utili sulla prognosi, va precisato che il medico fiscale ha la possibilità di ridurre o confermare la prognosi del medico di base. Il medico Inps non è un semplice controllore che valuta la presenza al proprio domicilio del lavoratore; bensì, a seguito del dovuto accertamento, può modificare l’esito della prognosi. Sotto questo aspetto, qualora il lavoratore voglia rientrare a lavoro prima del previsto, dovrà farsi redigere dal medico curante la rettifica del vecchio certificato e della prognosi.
Esenzione tabella A: chi non va controllato.
Visita fiscale Inps: parere del medico, novità
Come riporta Anmefi, tra le opzioni presenti al momento del parere medico sono rimaste solo le seguenti.
· Giudicato in condizione di riprendere il lavoro/le ferie il…
· Giudicato in condizione di incapacità al lavoro/alle ferie con prognosi al curante.
È dunque esclusa la dicitura “Giudicato in condizione di incapacità al lavoro/alle ferie con prognosi a tutto il…”. Da qui il medico è limitato a due sole possibilità: da un lato rende idoneo a riprendere il lavoro il soggetto; dall’altra affida la prognosi al medico curante.
Il problema riguarda sempre il rientro anticipato o il ritorno a lavoro in assenza di idoneità. L’Associazione Nazionale dei Medici di Medicina Fiscale afferma quanto segue. “La ripresa del servizio anche a fine prognosi in assenza di idoneità, sebbene assolva da responsabilità il medico curante, incide sulla presa in carico per il controllore dell’ultimo giorno; soprattutto quando sia edotto dal lavoratore sulle sue intenzioni. Ecco che la cautela di selezionare prognosi al curante diviene coercitiva per il lavoratore di sottoporsi a ulteriore visita presso il collega certificatore. E un obbligo per il medico fiscale di informarlo”.
Anmefi precisa anche che “in assenza di una verifica del medico curante, il datore di lavoro dovrebbe astenersi dal riammettere in servizio il suo dipendente”. Per quanto riguarda le due opzioni sopraelencate, il medico fiscale sarà tenuto a meditare maggiormente sui sintomi residui e alla loro trascurabilità in relazione alla mansione lavorativa da svolgere.
Spese sanitarie: la guida sulle agevolazioni fiscali
fonte:qpa Fonte: Agenzia delle Entrate, comunicato del 14.9.2018
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato on line la guida “Le agevolazioni fiscali sulle spese sanitarie”
Tra le numerose detrazioni previste dalla normativa fiscale italiana, quella delle spese sanitarie rappresenta la tipologia più richiesta. Per avere un’idea di quanto la voce “spese sanitarie” sia presente nella dichiarazione dei redditi, l’Agenzia evidenzia i recenti dati inseriti nella dichiarazione precompilata 2018: sono 720 milioni i dati delle spese sanitariesostenute dai cittadini nel periodo d’imposta 2017 e comunicati all’Agenzia da farmacie, studi medici, cliniche, ospedali.
Nella maggior parte dei casi, per le spese sanitarie è riconosciuta una detrazione all’Irpef di una percentuale della spesa sostenuta (19%) per la parte eccedente l’importo di 129,11 euro (la cosiddetta franchigia).
In alcune situazioni, invece della detrazione dall’imposta lorda, si può usufruire di una deduzione dal reddito complessivo. Nella circolare n. 7/E del 4 aprile 2017 l’Agenzia delle Entrate aveva fornito istruzioni e chiarimenti per compilare correttamente la dichiarazione dei redditi e per l’apposizione del visto di conformità da parte dei Caf (Centri di assistenza fiscale) e dei professionisti abilitati, offrendo un quadro completo delle spese e degli oneri che danno diritto a detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta. Con la circolare n. 7/E del 27 aprile 2018 l’Agenzia ha poi aggiornato queste informazioni, fornendo nuovi chiarimenti sulle novità normative e interpretative intervenute nel 2017.
Partendo proprio da questi documenti, l‘Agenzia delle Entrate ha pubblicato una guida che focalizza l’attenzione sulla categoria “spese sanitarie”, evidenziando le diverse tipologie che è possibile riportare nella propria dichiarazione dei redditi (modello 730 o Redditi Pf).
Per ciascuna di esse sono specificati tutti i documenti che è necessario esibire all’intermediario che predispone e invia la dichiarazione o che devono essere conservati per eventuali controlli dell’Agenzia. Si va dalle regole generali, alle spese sostenute all’esterno, alla ripartizione delle detrazioni i più anni.
Un capitolo della guida è dedicato alle spese mediche generiche e a quelle di assistenza specifica necessarie nei casi di grave e permanente invalidità o menomazione, sostenute dalle persone con disabilità.
vai alla Guida
Legge 104: congedo straordinario e permessi. Come non contare i giorni
Fonte: https://www.termometropolitico.it
Permessi legge 104 e congedo straordinario, i giorni
La Legge 104 garantisce una serie di importanti agevolazioni a chi ne fruisce. Tra queste figura il congedo straordinario. Si tratta di una sospensione temporanea dal lavoro, ma comunque retribuita. E spetta ai caregiver che assistono un familiare affetto da disabilità grave. Il beneficio è volto a compensare le problematiche del caregiver, diviso tra lavoro e assistenza al familiare. Oltre ai permessi retribuiti, dunque, il soggetto in possesso dei requisiti potrà fruire anche del congedo straordinario retribuito. Scopriamone le caratteristiche principali.
Legge 104: congedo straordinario, caratteristiche e aventi diritto
Come ormai è noto, delle agevolazioni garantite dalla Legge 104/92 possono usufruire sia i soggetti disabili, sia i caregiver; ovvero coloro che curano e assistano il familiare disabile. Tra i benefici, oltre ai permessi retribuiti, abbiamo visto che va annoverato anche il congedo straordinario retribuito. Questo spetta prevalentemente a chi assiste il familiare a disabile. L’ordine di parentela segue una scaletta prioritaria. Il primo beneficiario è il coniuge convivente. In assenza di questo, il genitore, anche adottivo o affidatario. Oppure il figlio convivente, mentre un gradino più sotto il fratello o la sorella convivente. E infine il parente o affine entro il terzo grado. In ogni caso, deve sempre sussistere il requisito di convivenza.
Legge 104: congedo straordinario retribuito, come funziona
Il congedo straordinario retribuito ha una durata di 2 anni. Ma questo lasso temporale può essere spalmato durante tutto l’arco della vita lavorativa. Quindi ciò significa che il congedo può essere frazionabile in giornate. Ma come vengono calcolati i giorni? A chiarirlo ci ha pensato l’Inps con la circolare n. 64 del 15 marzo 2001 per il settore privato; mentre per il settore pubblico la circolare Inpdap n. 31 del 12 maggio 2004.
Come contare i giorni?Qualora ci si assenti dal posto di lavoro il martedì, questo sarà considerato 1 giorno singolo. Se invece si prendono più giorni consecutivi intervallati da un fine settimana, allora anche i giorni festivi (sabato e domenica) saranno contati. Pertanto, qualora ci si assenti il giovedì e si torni il mercoledì, i giorni contati nel congedo straordinario non saranno 4 (giovedì, venerdì, lunedì, martedì); bensì 6, perché nel conteggio saranno inclusi anche il sabato e la domenica. Esclusi dal conteggio saranno invece i giorni festivi, le ferie e gli eventuali periodi di malattia.
Il trasferimento ai sensi dell'art. 33 l. 104/1992 può essere ottenuto solo se esistono posizioni vacanti nella sede di destinazione
fonte:sole24ore Commento a cura dell'avv.Tommaso Targa,Studio Trifirò
(Tribunale di Sassari, sentenza 31 luglio 2018)
Con la sentenza in commento, il Tribunale di Sassari ha rigettato la domanda di un lavoratore che, in quanto titolare dei benefici ex art. 33 della l. 104/1992, ha chiesto la condanna dell'azienda ad essere trasferito di sede.
La sentenza ha richiamato il tenore testuale della norma secondo cui il trasferimento può essere disposto solamente "ove possibile". Partendo da tale inciso, essa ha escluso che il lavoratore possa vantare un diritto assoluto ad essere trasferito, in presenza dei presupposti previsti dalla norma di che trattasi per godere dei permessi.
Alla luce dell'istruttoria svolta, il Giudice ha accertato che, presso la sede indicata dal lavoratore – quella vicina alla residenza del parente invalido che necessita di assistenza - non esistevano posizioni vacanti, compatibili con il suo profilo professionale. Pertanto, ha escluso che l'azienda sia obbligata a creare una posizione lavorativa ad hoc a cui assegnare il lavoratore, sebbene non prevista dall'organico aziendale, ovvero a trasferire a propria volta un altro lavoratore per "far spazio" a quello che ha chiesto il trasferimento.
In sostanza, l'art. 33 della l. 104/1992 prevede una sorta di diritto di prelazione all'assegnazione di una posizione lavorativa utile, se presente in organico e vacante, mentre non consente al lavoratore di imporre il proprio trasferimento a prescindere dalla oggettiva possibilità di utilizzarlo proficuamente nella sede ad quem.
La sentenza ha affrontato anche la questione della legittimità del distacco nell'ambito di società dello stesso gruppo. In proposito, ha richiamato l'insegnamento più recente della Cassazione secondo cui "In caso di distacco di un lavoratore presso una società inserita nel medesimo gruppo di imprese, sussiste uno specifico interesse del datore di lavoro distaccante a contribuire alla realizzazione di una struttura organizzativa comune, in coerenza con gli obbiettivi di maggiore funzionalità del raggruppamento, sicché, pur in un contesto di diversa soggettività giuridica, va esclusa la violazione del divieto di interposizione di manodopera di cui all'art. 1 della l. n. 1369 del 1960, "ratione temporis" applicabile, in linea con l'evoluzione normativa dell'istituto di cui al comma 4-ter dell'art. 30 del d.lgs. n. 276 del 2003, introdotto dal d.l. n. 76 del 2013, conv. con modif. dalla l. n. 99 del 2013" (così la sentenza citando Cass. Civ. sez. lav. n. 8068 del 21/04/2016).
Pensioni, Il Governo punta a far partire la quota 100 dal 2019
Fonte:pensionioggi Scritto da Bernardo Diaz
L'obiettivo è consentire di andare in pensione a chi raggiunge quota 100 (data dalla somma di anni e anzianità lavorativa) con 62 anni di età e "quota 41 e mezzo" senza limiti anagrafici.
Pa, Il Governo Punta allo sblocco del turn-over
Il Consiglio dei Ministri ha approvato ieri un Disegno di legge sulla pubblica amministrazione. All'interno misure anche per rafforzare i controlli contro l'assenteismo con le nuove tecnologie.
Pensioni, Il Servizio Militare può essere trasferito nella gestione più favorevole
Il pensionato che durante il corso della propria storia lavorativa è stato iscritto sia nell’ AGO (Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti) sia nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi (artigiani,commercianti e coltivatori diretti) e che ha svolto il servizio militare, può decidere di trasferirlo nella gestione più favorevole ottenendo importanti rivalutazioni dell’importo pensionistico.
La Cassazione Apre alla cumulabilità tra Riposi e indennità di maternità
Il padre può fruire dei riposi giornalieri per maternità anche se la moglie, lavoratrice autonoma, stia contemporaneamente beneficiando del trattamento economico derivante dalla nascita del figlio.
Pensioni, Brambilla: Ipotesi Quota 100 con il sostegno dei fondi esuberi
Fonte:pensionioggi
Secondo l'ex-sottosegretario al Welfare, Alberto Brambilla, sarà essenziale il ruolo delle imprese nel sostenere la quota 100 basata su 62 anni e 38 di contributi.
Pensioni notizie oggi Quota 100 e 42 anni sono compatibili. Ecco perché
Fonte: https://www.termometropolitico.it
Compatibilità quota 100 e 42 anni, come si calcola
Il tema della riforma delle pensionialimenta il dibattito. E in alcuni casi anche le preoccupazioni. C’è chi, alle soglie della pensione, si chiede se le modifiche di prossima attivazione possano in qualche modo intaccare i diritti acquisiti. In particolare a sollevare la questione è stata una docente prossima alla pensione. Ha scritto ad esperti della materia previdenziale per conoscere eventuali rischi di slittamento dei termini per accedere alla pensione. La docente, secondo quanto previsto dalla riforma Fornero, dovrebbe andare in pensione il prossimo anno a 62 anni e 42 anni di servizio. Il dubbio si è configurato a proposito della introduzione di Quota 100; col paletto anagrafico dei 64 anni minimi per andare in pensione. In tal caso la docente dovrebbe attendere altri due anni.
I requisiti per ottenere l'Assegno ordinario di invalidita' [Guida]
Per la prestazione è necessario avere accertata una invalidità da cui derivi una perdita della capacità lavorativa di oltre due terzi. Bisogna avere, inoltre, almeno 5 anni di contributi versati.
Leggi Tutto: https://www.pensionioggi.it/dizionario/assegno-ordinario-di-invalidita#ixzz5RL2NKQLs
Lavoro Dipendente e Partita Iva: Ecco le regole
Fonte:pensionioggi Scritto da Franco Rossini
Il lavoratore dipendente a part-time che esercita un'attività con partita iva può evitare l'iscrizione alla gestione commercianti se manca il requisito della prevalenza.
Le prestazioni di invalidità civile spettano solo ai residenti in Italia
Fonte:pensionioggi Scritto da Paolo Piva
Lo ribadisce la Corte di Cassazione accogliendo il ricorso dell'Inps contro un pensionato. La residenza in Italia è un requisito costitutivo per il conseguimento delle indennità agli invalidi civili
Percentuali d’invalidità: diritti e agevolazioni
ALLEGATO*
Fonte: https://www.money.it/di Noemi Secci
Pensione d’inabilità, assegno d’invalidità e di assistenza, esenzione ticket, collocamento mirato: ecco quali sono i benefici per gli invalidi.
Da PensioniOggi:
Riforma Pensioni, Salvini apre alla Quota 100 da 62 anni
Fonte:pensionioggi Scritto da Valerio Damiani
Il Ministro dell'Interno smentisce quanto anticipato l'altro giorno dal Consulente Alberto Brambilla. Ma cresce l'incertezza sulla reale portata della Riforma
Pensioni, Ecco la proposta di FdI per attrarre i pensionati stranieri in Italia
Fonte:pensionioggi Scritto da Bernardo Diaz
Il disegno di legge è stato presentato ieri al Senato da Fratelli d'Italia. Regime fiscale agevolato per dieci anni per i pensionati stranieri che si trasferiscono nel mezzogiorno.
Taglio Pensioni D'oro
Simula con Pensioni Oggi l'ammontare della possibile decurtazione delle pensioni superiori a 4mila euro netti al mese secondo il progetto di legge Lega-Cinquestelle.
Leggi Tutto: https://www.pensionioggi.it/strumenti/calcola-il-taglio-alle-pensioni-d-oro#ixzz5Qxnkt82t
- by Alex