Pubblica amministrazione, sbloccate 1890 assunzioni. Firmato il decreto - ALLEGATO
Mercoledì si aprirà il nuovo capitolo per il contratto dei dirigenti di Stato
È stato firmato dai ministri Marianna Madia e Pier Carlo Padoan il provvedimento che sblocca e mette a bando oltre 1890 assunzioni da oggi fino al 2020. Mercoledì 9 maggio si aprirà la trattativa per rinnovare il contratto dei dirigenti di Stato, dopo un blocco di 8 anni. 6700 le persone interessate.
Quasi 1900 assunzioni con il decreto
Il decreto che autorizza ad assumere e a bandire concorsi in varie amministrazioni pubbliche, dall’Agenzia delle dogane all’Inail, passando per il ministero dell’Interno e quello della Giustizia, è stato recentemente firmato dai ministri della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Nel periodo che si estende da oggi fino al 2020, da quanto previsto, saranno oltre 1890 i posti di lavoro ad essere sbloccati e messi a bando, a cui si aggiunge anche il via libera a risorse che potrebbe tradursi in un’altra buona fetta di nuove assunzioni, indicativamente 450/500, per lo più destinate ai ministeri dell’Economia e dell’Istruzione.
Come viene fatto presente dalla Funzione pubblica, si parla di un programma di assunzioni ordinarie da parte delle agenzie e amministrazioni coinvolte che avevano ottenuto lo sblocco dei fondi accantonati negli anni precedenti da parte del Tesoro e del dicastero guidato dal ministro Madia. Mentre i fondi per le assunzioni “extra” previsti nella Legge di Bilancio 2018 e da destinare ad assunzioni aggiuntive di personale a tempo indeterminato in alcune amministrazioni pubbliche, erano stati sbloccati la settimana passata. Si trattava di 5 milioni di euro destinati per l’anno corrente, 30 milioni per il 2019 e 50 milioni annui a partire dal 2020.
Sul tavolo il tema dello stipendio dei dirigenti
Risolto lo sblocco delle assunzioni relative ai dipendenti “semplici”, dopo 8 anni di blocco, mercoledì avrà inizio la trattativa per rinnovare il contratto dei dirigenti di Stato (vertici delle amministrazioni centrali come ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici tra cui Inps e Inail).
Da quanto riporta l’ANSA, le persone interessate sarebbero circa 6700. L’Agenzia che fa le veci del governo e guida i tavoli, l’Aran, ha deciso di convocare i sindacati. In gioco ci sono aumenti stipendiali che in media si aggirano intorno ai 250 euro lordi mensili, oltre ad una vera e propria riprogettazione di alcune regole inerenti al rapporto di lavoro, dal legame tra valutazione e premi alla definizione delle responsabilità. Il nuovo contratto verrà applicato ai prossimi ingressi.
Licenziamento per abuso nella fruizione dei permessi ex lege n. 104/92
fonte:QPA
Per i giudici di legittimità è sufficiente recarsi in vacanza una sola volta per poter essere licenziati.
Una dipendente di una Asl ligure (nella specie, una infermiera) veniva licenziata dall’Ente per aver abusato del “diritto” di fruizione dei benefici di cui alla L. n. 104 del 1992. In particolare la dipendente se ne era andata in vacanza all’estero, godendo di giorni che dovevano servire, invece, secondo la domanda inoltrata all’Amministrazione, per l’assistenza della madre malata. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello di Genova rigettavano la domanda avente ad oggetto la declaratoria di illegittimità del licenziamento disciplinare.
Da qui la proposizione del ricorso per cassazione, fondato vuoi sull’assoluzione ottenuta dalla lavoratrice in relazione all’imputazione sollevata in sede penale, vuoi sulla episodicità del fatto vuoi, infine, per omessa motivazione in ordine al contingente precario stato psichico (della dipendente stessa, non della di lei madre…).
La Suprema Corte (Sezione Lavoro), con ordinanza, ha rigettato il ricorso, confermato le statuizioni di merito e condannato l’infermiera alla refusione delle spese processuali.
Il principio generale affermato dalla Suprema Corte è stato quello per il quale l’abuso del diritto nella fruizione dei permessi contemplati dalla L. n. 104 del 1992 non presuppone affatto la reiterazione della condotta, risultando, pertanto, idoneo a sorreggere il percorso logico-valutativo intrapreso dalla Corte territoriale e condotto tenendo ampiamente conto della documentazione invocata a sostegno della propria prospettazione dalla ricorrente e addivenendo, in puntuale contrappunto con le risultanze dei medesimi a sancirne l’irrilevanza sotto il profilo della loro incidenza limitativa della gravità della condotta, correttamente apprezzata in conformità ai criteri indicati in sede di giurisdizione di legittimità, senza che possa ravvisarsi alcun vizio logico e giuridico nella prevalenza accordata all’elemento soggettivo della condotta medesima e nella qualificazione al medesimo attribuita in termini di “perdurante ipotesi di dolo”, profili che sono rimessi al libero apprezzamento del giudice del merito.
Pubblico impiego: i dipendenti pensionati dopo il 1 gennaio 2016 avranno gli aumenti del nuovo contratto
FONTE: https://www.firenzepost.it/
I dipendenti pubblici che sono andati in pensione dopo il primo gennaio 2016 avranno l’adeguamento del trattamento previdenziale in base al rinnovo del contratto del pubblico impiego. Le novità hanno impatto anche sugli importi delle pensioni. Gli aumenti contrattuali previsti dovranno essere presi come base per il ricalcolo delle pensioni.Si tratta, in media, di un aumento di 80-90 euro al mese. L’importo preciso dipende dal settore di provenienza e dalla posizione del lavoratore. Il calcolo viene fatto sulla base della progressione economica stabilita dai singoli contratti collettivi (amministrazioni centrali, enti locali, scuola, sanità e via dicendo).
I pensionati prenderanno la parte di aumento per il periodo lavorato compreso nel triennio 2016-2018 e avranno il ricalcolo della pensione in base alle nuove disposizioni contrattuali. Non cambia nulla, invece, per coloro che erano già in pensione prima del 2016.
Per quanto riguarda il TFR o TFS, il trattamento di fine rapporto o di fine servizio viene ricalcolato in base alla data di cessazione, anche in questo caso calcolando l’aumento spettante. La modulazione degli aumenti previsti dal rinnovo contrattuale è la seguente: gennaio 2016, gennaio 2017 e marzo 2018. Quindi, ad esempio, chi è andato in pensione nel 2016 avrà calcolato nel TFR solo l’aumento scattato nel gennaio 2016.
In ogni caso, non è necessario presentare alcuna domanda, l’INPS procede autonomamente a tutte le operazioni di conguaglio e al ricalcolo del cedolino pensione.
#Casaconviene: la nuova campagna informativa su bonus e fondi pubblici per la casa
Fonte:Q.P.A.
Tante le novità su detrazioni e bonus come il "Bonus verde", "Ecobonus", "Sisma bonus", inoltre, grazie ai fondi pubblici, è più facile ottenere un mutuo.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze rende noto attraverso il proprio portale istituzionale che è al via per il terzo anno consecutivo la campagna d’informazione #casaconviene per promuovere la massima diffusione delle informazioni su bonus e fondi pubblici per la casa previsti dalla legge.
L’iniziativa ha l’obiettivo di stimolare la vasta platea composta da famiglie, proprietari di immobili ad uso abitativo, locatari ed imprese, ad usufruire dei vantaggi derivanti dalle agevolazioni fiscali per gli interventi edilizi e dalle misure a favore di lavoratori con difficoltà nell'accesso al mutuo o nel pagamento delle rate.
Anche la Legge di Bilancio 2018 ha previsto nuove risorse per la casa.
Tra le novità, la detrazione Irpef per la sistemazione a verde di aree scoperte private e di parti comuni esterne di edifici condominiali (il “Bonus verde”) e la detrazione per chi esegue congiuntamente interventi di riqualificazione energetica e di prevenzione antisismica. Sono state inoltre prorogate le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione, di riqualificazione energetica degli edifici (“Ecobonus”) e di messa in sicurezza degli immobili (“Sisma bonus”).
Dal 2018 alcune di queste detrazioni sono fruibili anche dagli istituti autonomi case popolari, comunque denominati, e dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Continua ad essere possibile la cessione del credito fiscale dell’Ecobonus e del Sisma bonus alle imprese esecutrici o ad altri soggetti privati, mentre i contribuenti “incapienti” possono cedere il credito relativo all’Ecobonus anche alle banche.
Non solo bonus fiscali, grazie ai fondi pubblici è più facile ottenere un mutuo (con le garanzie statali) o sospendere il pagamento delle rate nel caso di una temporanea difficoltà economica (accedendo al Fondo di Solidarietà).
Il Fondo istituito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per le garanzie sui mutui prima casa da gennaio 2015 (quando è diventato operativo) al 31 marzo 2018, ha giudicato ammissibili 58.501 richieste con un importo di garanzie rilasciate pari a 3,3 miliardi di euro.
Alla fine di marzo 2018 i mutui ipotecari effettivamente accesi ricorrendo alle garanzie dello Stato – che hanno sostituito, in molti casi, le ulteriori garanzie da parte di familiari o altri soggetti terzi – risultano 40.432 per un valore pari a 4,5 miliardi di euro.
Da PensioniOggi:
Pensioni, Entro il 30 Giugno la graduatoria su Ape sociale e Precoci
Al via la fase di monitoraggio e di verifica delle condizioni da parte dell'Inps sulle istanze di certificazione presentate nel 2018.
Al via da parte dell'Inps la fase di monitoraggio delle istanze di riconoscimento dei benefici previsti per Ape sociale e lavoratori precoci. Il 31 Marzo scorso è terminata la prima fase per la presentazione delle domande di accesso all'ape social (1° marzo per i lavoratori precoci) e l'Istituto di previdenza ha avviato l'esame delle istanze e della relativa documentazione prodotta dagli interessati.
Quest'anno dopo l'aumento della platea dei beneficiari prevista dalla legge di bilancio e la pubblicazione tardiva del decreto ministeriale che ha definito le ulteriori 4 attività gravose destinatarie dell'ape sociale e del beneficio precoci l'Inps registra un certo ritardo nell'esame della documentazione. Non a caso l'Istituto ha dovuto concedere tempo sino al 20 Aprile per integrare il modello Ap116 a seguito delle modifiche apportate dal 1° gennaio 2018. La maggior parte dei lavoratori che ha prodotto l'istanza di accertamento per il conseguimento dell'ape sociale e del beneficio precoci nel 2018 non ha, quindi, ancora ricevuto la tanto attesa certificazione con l'indicazione della prima decorrenza utile dei benefici. Teoricamente l'Inps avrà tempo sino al 30 giugno per esaminare la documentazione, formulare la graduatoria degli inclusi e, quindi, dare una risposta che potrà essere: 1) di accoglimento senza alcuno slittamento della prima decorrenza utile (in caso di capienza delle risorse); 2) di accoglimento con slittamento della decorrenza (in caso di insufficienza delle risorse; 3) di rigetto per mancanza dei requisiti. Come già accaduto lo scorso anno la data potrebbe essere però scavalcata ove l'istituto non riuscisse a concludere l'esame di tutte le istanze entro la predetta data. Nei prossimi giorni l'Inps pubblicherà un report con la quantificazione delle domande complessivamente presentate nella prima parte del 2018.
La procedura di monitoraggio
In caso di insufficienza delle risorse nell'elaborazione della graduatoria l’Inps provvederà all’individuazione dei soggetti esclusi dal beneficio nell’anno di riferimento e al conseguente posticipo della decorrenza dell’indennità loro dovuta sulla base della maggiore prossimità di raggiungimento del requisito anagrafico per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia (o della maturazione del requisito dei 41 anni di contributi per i precoci) e, a parità di requisito, dalla data (e ora) di presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni. Come dire che se le risorse saranno insufficienti a garantire a tutti gli aventi diritto l'accesso alle prestazioni verrà individuata una platea di esclusi (saranno penalizzati i più distanti dalla pensione e coloro che hanno presentato in ritardo la domanda di verifica) ai quali sarà comunicato il posticipo della decorrenza della prestazione (APe Social o pensionamento precoci) all'anno successivo.
L'istanza Tardiva
I lavoratori che non hanno potuto presentare l'istanza di verifica entro il 31 marzo (1° marzo per i precoci) possono farlo sino al 30 novembre 2018; le richieste saranno prese in considerazione solo se rimarranno risorse economiche da spendere al termine della procedura di monitoraggio appena citata.
In tal caso l’INPS provvederà ad effettuare nell’anno un ulteriore monitoraggio sulle domande presentate successivamente al 31 Marzo o al 1° Marzo e con riferimento alle quali siano riconosciute le condizioni di accesso al beneficio. L'esito del monitoraggio sarà comunicato entro il 31 dicembre 2018. Anche il predetto monitoraggio sarà svolto in base alla data di raggiungimento del requisito anagrafico per l’accesso al trattamento pensionistico di vecchiaia (o dei 41 anni di contributi per i precoci) e, a parità di requisito, alla data di presentazione della domanda di riconoscimento delle condizioni. Ove le risorse non siano sufficienti, in quanto già esaurite con riguardo alle istanze prodotte tempestivamente, la finestra temporale del 30 novembre resterà sostanzialmente priva di effetti. Si rammenta che per gli apisti social c'è anche una scadenza intermedia al 15 luglio 2018.