Diritto alla Privacy
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Se non sei riuscito a partecipare all'incontro, sotto riportati 3 documenti riassuntivi del dibattito che si è tenuto.
Statali, si riapre la guerra dei buoni pasto. Muro esercenti: «Commissione troppo alte»
Fonte:il messaggero di Francesco Bisozzi
La guerra dei buoni pasto rischia di lasciare a digiuno 1,1 milioni di statali che ogni giorno a pranzo ricorrono ai ticket per mangiare fuori dall’ufficio. Nel complesso, calcola la Federazione italiana pubblici esercizi, la Pubblica amministrazione spende annualmente circa 1,2 miliardi di euro per acquistare i buoni pasto da distribuire ai propri dipendenti. Ma di questi solo 700 milioni finiscono nelle tasche degli esercenti, sempre stando ai dati elaborati dalla Fipe. Colpa di una tassa occulta del 30% generata principalmente dalle commissioni applicate dagli emettitori dei buoni pasto, che per aggiudicarsi le gare bandite da Consip per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa alla Pa praticano oggi ribassi anche superiori al 20% per poi rifarsi su bar, ristoranti e supermercati.
NUMERI TROPPO DISTANTI. Alle commissioni si sommano anche gli oneri finanziari legati all’uso dei Pos con cui gli esercenti si ritrovano a dover fare i conti. Risultato, un esercizio convenzionato vende prodotti e servizi per un valore di 10 euro ma ne incassa 7. L’Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto (Anseb) riconosce che deve essere «rivisto» il sistema di gare al massimo ribasso in modo da premiare la «qualità», ma sottolinea che «il mercato del buono pasto è sano e in crescita» e che l’abbassamento della detrazione fiscale sul buono pasto cartaceo a 4 euro e l’innalzamento del valore defiscalizzato dei buoni pasto elettronici a 8 euro, rappresenta «una misura che riconosce ai lavoratori un incremento di 400 euro non tassati all’anno».
Ma una soluzione che concili le posizioni è possibile?
«Da quando è entrata in gioco la Pubblica amministrazione il sistema è diventato insostenibile, Consip effettua le gare con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa ma in questo modo i commerciati risultano pesantemente penalizzati dal momento che la legge consente alle società che emettono i ticket di applicare sugli esercenti commissioni pari o superiori allo sconto proposto alla società appaltante per non andare in perdita. Meglio a questo punto adottare il modello francese che non prevede gare: Oltralpe le commissioni a carico degli esercenti sono pari o inferiori al 5%», spiega al Messaggero Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe. Ma la Consip, come più volte precisato in passato, ha ribadito al Messaggero che le gare rispettano le normative previste dal decreto correttivo del Codice appalti che ha introdotto il vincolo che impone l’interdipendenza tra lo sconto offerto alla Pa e la commissione applicata agli esercenti e «che le soluzioni adottate contemperano le esigenze di tutte le parti coinvolte».
A lanciare l’allarme sono state le associazioni di categoria che rappresentano le imprese della distribuzione e della ristorazione (non solo la Fipe, ma anche Federdistribuzione, Ancc Coop, Ancd Conad, Fida e Confesercenti) secondo cui il sistema dei buoni pasto è al collasso. Dopo aver partecipato a un tavolo di lavoro congiunto hanno inviato ieri al Ministero dello Sviluppo economico e a quello del Lavoro una lettera in cui rimarcano l’urgenza di varare una riforma che assicuri il mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera. Ogni giorno circa 10 milioni di lavoratori pranzano fuori casa e di questi 2,8 milioni sono dotati di buoni pasto e il 64,7% li utilizza come prima forma di pagamento. In totale, ogni giorno i dipendenti pubblici e privati spendono circa 13 milioni di ticket. La Consip tuttavia già utilizza degli strumenti premianti per evitare che le commissioni a carico dei commercianti non siano troppo onerose: in fase di gara gli emettitori di buoni pasto che non applicano commissioni superiori allo sconto proposto per aggiudicarsi la gara ottengono un maggior punteggio.
Statali, buoni pasto a rischio per un milione di dipendenti: «Commissioni troppo alte»
Fonte:il mattino
La guerra dei buoni pasto rischia di lasciare a digiuno 1,1 milioni di statali che ogni giorno a pranzo ricorrono ai ticket per mangiare fuori dall'ufficio. Nel complesso, calcola la Federazione italiana pubblici esercizi, la Pubblica amministrazione spende annualmente circa 1,2 miliardi di euro per acquistare i buoni pasto da distribuire ai propri dipendenti. Ma di questi solo 700 mila euro finiscono nelle tasche degli esercenti, sempre stando ai dati elaborati dalla Fipe. Colpa di una tassa occulta del 30 per cento generata principalmente dalle commissioni applicate dagli emettitori dei buoni pasto, che per aggiudicarsi le gare bandite da Consip per la fornitura del servizio sostitutivo di mensa alla Pa praticano oggi ribassi anche superiori al 20 per cento per poi rifarsi su bar, ristoranti e supermercati.
Alle commissioni si sommano anche gli oneri finanziari legati all'uso dei Pos e con cui gli esercenti si ritrovano a dover fare i conti. Risultato, un esercizio convenzionato vende prodotti e servizi per un valore di 10 euro ma ne incassa 7. Come se ne esce? «Da quando è entrata in gioco la Pubblica amministrazione il sistema è diventato insostenibile, Consip effettua le gare con il sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa ma in questo modo i commerciati risultano pesantemente penalizzati dal momento che la legge consente alle società che emettono i ticket di applicare sugli esercenti commissioni pari o superiori allo sconto proposto alla società appaltante per non andare in perdita. Meglio a questo punto adottare il modello francese che non prevede gare: Oltralpe le commissioni a carico degli esercenti sono pari o inferiori al 5 per cento», spiega Luciano Sbraga, vicedirettore di Fipe e direttore del centro studi della federazione. A lanciare l'allarme sono state le associazioni di categoria che rappresentano le imprese della distribuzione e della ristorazione (non solo la Fipe, ma anche Federdistribuzione, Ancc Coop, Ancd Conad, Fida e Confesercenti) secondo cui il sistema dei buoni pasto è al collasso. Dopo aver partecipato a un tavolo di lavoro congiunto hanno inviato ieri al Ministero dello Sviluppo economico e a quello del Lavoro una lettera in cui rimarcano l'urgenza di varare una riforma che assicuri il mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera. «Lo Stato non può far pagare la propria spending review alle nostre imprese. In questo modo si pone a rischio un sistema che offre un servizio importante a 3 milioni di lavoratori pubblici e privati e si mettono in ginocchio decine di migliaia di imprese», sottolineano le associazioni. Ogni giorno circa 10 milioni di lavoratori pranzano fuori casa e di questi 2,8 milioni sono dotati di buoni pasto e il 64,7 per cento li utilizza come prima forma di pagamento ogni volta che esce dall'ufficio. Si stima che nel 2019 siano stati emessi in Italia 500 milioni di buoni pasto, di cui 175 milioni acquistati dalle pubbliche amministrazioni. In totale, ogni giorno i dipendenti pubblici e privati spendono circa 13 milioni di ticket. La Consip tuttavia già utilizza degli strumenti premianti per evitare che le commissioni a carico dei commercianti non siano troppo onerose: in fase di gara gli emettitori di buoni pasto che non applicano commissioni superiori allo sconto proposto per aggiudicarsi la gara ottengono un maggior punteggio e dunque hanno più possibilità di uscire vincitori. Ma secondo le associazioni che rappresentano le imprese della distribuzione e della ristorazione si tratta solo di un placebo.
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Incarichi professionali senza procedura comparativa e ripetutamente rinnovati? E’ danno erariale
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Competenze digitali nel pubblico impiego grazie a TIM
Fonte: Redazione BitMAT
Il Ministro per la PA e l’AD di TIM hanno siglato un protocollo d’intesa triennale per supportare la formazione digitale per i dipendenti pubblici
LEGGI TUTTO: https://www.bitmat.it/blog/news/92729/competenze-digitali-nel-pubblico-impiego-grazie-a-tim
Buoni pasto: tassa occulta del 30%, esercenti verso lo stop
Fonte:legge per tutti
LEGGI TUTTO: https://www.laleggepertutti.it/364383_buoni-pasto-tassa-occulta-del-30-esercenti-verso-lo-stop
Assegno ordinario di invalidità dipendenti pubblici
Fonte:legge per tutti
LEGGI TUTTO: https://www.laleggepertutti.it/364145_assegno-ordinario-di-invalidita-dipendenti-pubblici
Demansionamento volontario: cosa prevede la legge?
Fonte:legge per tutti
LEGGI TUTTO: https://www.laleggepertutti.it/364301_demansionamento-volontario-cosa-prevede-la-legge
Cos’è lo stalking sul lavoro?
Fonte:legge per tutti
LEGGI TUTTO: https://www.laleggepertutti.it/364265_cose-lo-stalking-sul-lavoro
L'ISEE precompilato è disponibile online. Ma il debutto resta "complicato"
Fonte:pensionioggi
La nuova procedura è operativa da questa settimana, sul sito internet dell'Inps ma si conferma piuttosto complessa per i nuclei familiari in cui siano presenti altri componenti maggiorenni.
TFR, Il contributo al fondo di tesoreria dell'Inps non può essere trasferito
Fonte:pensionioggi
I chiarimenti in un documento dell'Inps. La natura previdenziale della gestione comprime il diritto alla portabilità delle somme accantonate nel Fondo.
Fonte:lavoroediritto
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo
Fonte:studiocataldi
Nozione e presupposti del licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Impugnazione e onere della prova. Illegittimità del licenziamento e conseguenze
LEGGI TUTTO: https://www.studiocataldi.it/articoli/37287-licenziamento-per-giustificato-motivo-oggettivo.asp
Immediata impugnabilità del bando
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
LEGGI TUTTO: https://www.segretaricomunalivighenzi.it/archivio/2020/febbraio/07-02-2020-immediata-impugnabilita-del-bando
Pubblico impiego privatizzato - Stabilizzazioni – Personale già in servizio a tempo indeterminato presso altra Amministrazione – Esclusione.
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
In caso di precedente licenziamento a causa di mancato superamento del periodo di prova...
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Accesso ai documenti – Imposte e tasse - Documenti reddituali patrimoniali e reddituali – Accessibilità - Rimessione all’Adunanza plenaria.
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
C'è danno erariale se il dirigente assegna un incarico esterno di consulenza giuridico-legale in presenza dell'avvocatura interna
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Concorsi pubblici: la P.A. non può stabilire requisiti di ammissione sproporzionati rispetto al posto da ricoprire
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Corte dei conti: la sanzione irrogata dal Garante della Privacy costituisce danno erariale
Fonte: www.segretaricomunalivighenzi.it/
Previdenza, Cosa cambia per chi ha contributi in UK dopo la Brexit
L'uscita del Regno Unito dall'Europa rende incerto l'utilizzo dei contributi versati dopo il 31 dicembre 2020. I dettagli in un documento dell'Istituto di Previdenza Pubblico.
Ad oggi non risulta ancora emanato il decreto del Ministro dell’economia e delle finanze previsto dalla legge di bilancio 2019, finalizzato alla ripartizione delle risorse relative al contributo a carico del datore di lavoro per la previdenza complementare del personale delle amministrazioni statali, anche ad ordinamento autonomo, che sono iscritte nello Stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze 2019, tra gli stati di previsione delle predette singole amministrazioni.
La ripartizione proporzionale delle risorse fra le amministrazioni interessate deve avvenire secondo i criteri stabiliti dalla normativa vigente, sulla base del trattamento retributivo medio e della consistenza del personale in servizio presso le diverse amministrazioni.
Tale stato di cose impedisce di fatto al fondo di previdenza complementare di effettuare i corretti adempimenti di riconciliazione dei contributi versati nonché l’imputazione della contribuzione a beneficio degli aderenti. Il ritardo nell’investimento della contribuzione, infatti, ha come conseguenza il mancato incremento della posizione individuale, con evidente pregiudizio economico a danno dei lavoratori e delle lavoratrici delle amministrazioni centrali iscritti alla previdenza complementare.
Considerato che, nonostante le numerose riunioni intervenute fra e con gli uffici preposti, non si è ancora pervenuti ad una soluzione positiva della vicenda, Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa hanno sollecitato il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed il Ragioniere generale dello Stato ad intervenire tempestivamente al fine di individuare una definitiva soluzione alla problematica, rimuovendo tutti gli ostacoli ancora non superati.