Statali: previsti aumenti di 87 euro, ma rischia il bonus sui redditi bassi
fonte:il messaggero
Pareggiare Matteo Renzi. L'obiettivo è chiaro, ma il risultato non è ancora certo. Per i dipendenti statali il governo annuncia un aumento delle buste paga del 3,5%. Una somma analoga a quella garantita ai 3 milioni di lavoratori pubblici dall'ultimo rinnovo contrattuale, quello del triennio 2016-2018, firmato dalle organizzazioni sindacali quando a Palazzo Chigi c'era l'ex sindaco di Firenze. Allora l'aumento in busta paga fu del 3,48%, in media 85 euro lordi mensili per ogni statale. Questa volta, almeno stando alle simulazioni dell'Unsa-Confsal, l'incremento sarebbe di un paio di euro superiore: 87,67 euro, anche perché il 3,50% di aumento va ad incidere su buste paga leggermente più pesanti.
APPROFONDIMENTI
Ad indicare la percentuale di aumento è la relazione illustrativa che accompagna la manovra di bilancio che, tuttavia, non è ancora stata trasmessa alle camere. Se non ci saranno intoppi, il provvedimento dovrebbe arrivare in Parlamento lunedì. Ma le modifiche sono ancora all'ordine del giorno. Dall'ultimo testo, per esempio, è stata cancellata la norma per armonizzare le indennità di amministrazione dei ministeri e della Presidenza del Consiglio. Una norma che, potenzialmente, avrebbe potuto portare aumenti anche di un paio di centinaia di euro, anche se destinati soltanto ad alcuni ministeri. Il comma è saltato per l'opposizione del Movimento Cinque Stelle, dopo la dura presa di posizione del sottosegretario allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni.
IL DOCUMENTO
Ma torniamo agli aumenti degli statali. La relazione illustrativa parla, come detto, di incrementi del 3,50% pari a poco più di 87 euro al mese. Sempre secondo le simulazioni di Unsa-Confsal, date le risorse a disposizione, ossia 3,17 miliardi di euro a regime, questo comporterebbe che lo stanziamento sarebbe sufficiente a coprire sia l'aumento degli statali che dei comparti non contrattualizzati, come le forze dell'ordine. Tutto bene dunque? In realtà no. Non è chiaro, infatti, quale sarà innanzitutto il destino del cosiddetto «elemento perequativo». Si tratta di una voce di una ventina di euro lorde al mese che l'ultimo contratto aveva garantito agli statali con le buste paga più basse. Una voce che per ora è finanziata, ma per la quale servirebbero dal prossimo anno 240 milioni. Le ipotesi sono due. La prima è che questi soldi sono all'interno dei 3,17 miliardi stanziati dal governo. In questo caso l'aumento lordo mensile per tutti gli statali scenderebbe a 79 euro, al di sotto degli aumenti garantiti dal governo Renzi.
I CONTEGGI
La seconda ipotesi è che l'elemento perequativo possa essere cancellato (ma sarebbe decisamente impopolare) o rifinanziato in seguito. C'è anche da capire, inoltre, se lo stanziamento ricomprende anche l'indennità di vacanza contrattuale che al momento viene riconosciuta ai dipendenti pubblici. Se anche questa voce, insieme all'elemento perequativo, fosse nel calderone dei 3,1 miliardi, l'aumento medio mensile per gli statali scenderebbe ancora a circa 65 euro. Il tema del rinnovo del contratto del pubblico impiego, sarà uno di quelli che saranno affrontati lunedì dai sindacati con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha convocato a Palazzo Chigi le sigle dopo le proteste sulla manovra derivate soprattutto dai micro aumenti di 3 euro l'anno per le pensioni tra 1.500 e 2.000 euro lorde mensili.
Contratti pubblico impiego: 3,2 miliardi di euro per il rinnovo
Stefano Paterna - Pubblica Amministrazione
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Rinnovo contratti dipendenti pubblici, aumento in busta paga da 96 euro lordi al mese con le risorse stanziate dalla Legge di Bilancio 2020. L'annuncio arriva dal ministro Fabiana Dadone, ma per i sindacati ne sarebbero necessari almeno 120.
Fonte: www.informazionefiscale.it/
Per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici per il triennio 2019-2021 nella manovra del governo ci sarebbero a disposizione quasi 3,2 miliardi di euro.
Lo ha affermato in una recente intervista a “Il Sole 24 Ore” il ministro per la pubblica amministrazione Fabiana Dadone.
Il condizionale è però d’obbligo perché nemmeno l’esponente del governo può essere certa del risultato finale che dipenderà dal vaglio parlamentare che subirà la bozza di Legge di Bilancio che sta circolando in questi giorni.
Si tratterebbe comunque di quasi il doppio delle risorse stanziate all’uopo dal precedente esecutivo e che ammontavano a 1,775 miliardi di euro. In pratica, gli attuali inquilini di Palazzo Chigi aggiungerebbero 1,4 miliardi di euro alle risorse precedenti articolandole in questo modo: 224 milioni l’anno prossimo e 1,2 miliardi nel 2021.
A detta della Dadone l’aumento medio in busta paga per i lavoratori pubblici dovrebbe consistere in 96 euro lordi al mese con aumento di potere d’acquisto pari al 3,5%, quindi di molto superiore all’inflazione.
“Possiamo” garantire un recupero di potere d’acquisto superiore all’indice Ipca – ha dichiarato il ministro all’indomani del Consiglio dei Ministri che ha varato il Documento programmatico di bilancio – e assicuriamo così la continuità nella contrattazione che non era affatto scontata in questa fase. Il Governo compie, dunque, un grande sforzo di fronte alle ristrettezze del ciclo e ristabilisce la fisiologica dinamica triennale dei rinnovi in favore dei lavoratori”.
Rinnovo contratti dipendenti pubblici 2020: i sindacati non si entusiasmano
Bene. Si dirà che i sindacati saranno entusiasti? E invece non c’è traccia di allegria nei pressi delle sedi delle organizzazioni di categoria dei lavoratori pubblici.
Il problema è che secondo questi ambienti le esternazioni del ministro non tengono conto dei dieci anni di blocco della contrattazione.
In questo caso si può arrivare a stimare che sarebbe necessario un aumento di 120 euro lordi al mese.
Di qui il coro congiunto dei segretari di categoria di Cgil, Cisl e Uil
Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco:
“Registriamo l’impegno del governo ma le risorse investite non sono soddisfacenti.
Gli stanziamenti in legge di Bilancio per il rinnovo del contratto non tengono conto del complesso di interventi necessari sul salario delle lavoratrici e dei lavoratori, così come sull’elemento perequativo e sull’indennità di vacanza contrattuale.
Non solo, come previsto dai passati contratti, c’è bisogno di accelerare e investire risorse sul nuovo sistema di classificazione del personale. Per riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori il giusto valore della loro professione”.
La palla pertanto torna al governo: innanzitutto per dare concretezza a quella che tuttora è solo una bozza di manovra.
Ma soprattutto per verificare se si possano trovare risorse aggiuntive da mettere in campo, dato che perfino i tecnici del ministero dell’Istruzione in questi giorni hanno palesato difficoltà a trovare le risorse necessarie a garantire l’aumento di 100 euro promesso ai docenti nell’ambito dell’intesa di aprile con i sindacati del settore scuola.
Statali, in arrivo 7 milioni
ADNKRONOS - Arrivano 5 milioni di euro in più per il personale della Presidenza del Consiglio e 2 milioni per i dirigenti della Presidenza, per un totale di 7 milioni di euro, a decorrere dal 2020. La novità è contenuta in un emendamento, bollinato dalla Ragioneria Generale dello Stato, al decreto legge 'Riordino dei ministeri', che l'Adnkronos ha potuto visionare.
"A decorrere dall'anno 2020 il fondo per le risorse decentrate del personale non dirigenziale della Presidenza del Consiglio dei ministri è incrementato di 5 milioni di euro annui - si legge nella proposta normativa - e il fondo per la retribuzione di posizione e per la retribuzione di risultato del personale di livello dirigenziale non generale è incrementato di 2 milioni di euro annui".
Gli incrementi, comprensivi degli oneri riflessi a carico dell'Amministrazione, si spiega, sono disposti in deroga ai limiti stabiliti dal decreto legislativo del 25 maggio 2017, nell'ambito degli stanziamenti del bilancio autonomo della Presidenza del Consiglio dei ministri. Il decreto per il riordino dei ministeri dovrebbe approdare nell'Aula del Senato martedì prossimo, il 5 novembre.
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Idonei nelle graduatorie Concorsi Pubblici: un emendamento cambia le regole
Fonte:lentepubblica.it
L’emendamento ripristinerebbe la possibilità di scorrere le graduatorie a favore degli idonei, nel termine di vigenza delle stesse. Scopriamone di più
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Ape Sociale, Ammessi anche i lavoratori domestici a tempo determinato
Il dubbio di molti lettori che cercano di comprendere le strategie per accedere alla pensione prima dei 67 anni. Da quest'anno l'Ape sociale è stata estesa anche ai lavoratori a termine.
“Abbiamo apprezzato il metodo e la volontà di dialogo del ministro Dadone, attendiamo a breve il merito delle scelte, a partire dalle risorse da investire nei servizi pubblici. La vera sfida è l’innovazione, come abbiamo detto oggi: il rinnovamento delle pubbliche amministrazioni. Una sfida da cogliere e vincere intervenendo su alcune questioni nodali. In estrema sintesi: il rinnovo dei contratti, un piano straordinario di nuove assunzioni e il nuovo sistema di classificazione. Su questi, e altri punti, facendo seguito alle parole del ministro, ci attendiamo a breve una convocazione”. Ad affermarlo sono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco, in merito all’incontro di oggi con il ministro della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, in occasione del presidio unitario ‘Rinnoviamo la Pa - Contratti, Assunzioni, Risorse’.
Barbagallo: bene convocazione da parte del Governo
Sul tavolo rimangono da discutere temi importanti che sono nella nostra piattaforma
“Abbiamo chiesto l’incontro ed è arrivata la convocazione. Continuiamo, pertanto, ad apprezzare la buona volontà al confronto da parte di questo Governo al quale, però, ora, chiediamo di prepararsi a tenere nel giusto conto le nostre rivendicazioni. Per la manovra restano i problemi già noti. Le risorse sono insufficienti per la riduzione delle tasse ai lavoratori dipendenti e per il rinnovo dei contratti pubblici e sono praticamente nulle per i pensionati che, peraltro, aspettano ancora una legge sulla non autosufficienza e l’abolizione dei superticket e che, dunque, confermano la loro manifestazione di sabato 16 novembre.
Bisogna, poi, che siano mantenuti gli impegni assunti per la scuola e servono, inoltre, più risorse per gli investimenti pubblici e privati in infrastrutture, per il Mezzogiorno e per gli altri capitoli contenuti nella nostra piattaforma unitaria che hanno ricevuto risposte insoddisfacenti. Ci sono alcune questioni che si possono affrontare e risolvere subito, a partire dalla necessità di “blindare” quel poco che è stato possibile ottenere come, ad esempio, la conferma di quota 100.
Per molte altre situazioni, invece, è necessario avviare al più presto tavoli specifici, come quelli sul fisco e sulla previdenza, assumendo impegni chiari per giungere, in pochi mesi, prima del prossimo Def, a proposte condivise che diano risposte concrete ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e ai giovani in cerca di lavoro. “