Riscatto laurea agevolato: chi vi accede, agevolazioni, costo. Nota INPSallegata
Fonte:orizzonte scuola di Lucrezia Di Dio
RIscatto Laurea agevolato: arrivano i chiarimenti dell’Inps per domande da presentare, riscatti già in corso e per chi può fruire dell’agevolazione.
Il comma 6 dell’articolo 20 del decreto-legge ha introdotto, per il riscatto laurea il comma 5-quater all’articolo 2 del D.lgs n. 184/1997, in base al quale la facoltà di riscatto “dei periodi da valutare con il sistema contributivo, è consentita fino al compimento del quarantacinquesimo anno di età. In tal caso, l’onere dei periodi di riscatto è costituito dal versamento di un contributo, per ogni anno da riscattare, pari al livello minimo imponibile annuo di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti, vigenti alla data di presentazione della domanda”.
Riscatto agevolato: per chi?
La normativa permette il riscatto agevolato per coloro che non hanno ancora compiuto i 45 anni e solo per periodi di studio che si collocano posteriormente al 1 gennaio 1996 (ovvero nel calcolo con il sistema contributivo)
Per questi casi l’onere del riscatto è pari al versamento, per ogni anno riscattato, al livello minimo imponibile annuo di cui all’articolo 1, comma 3, della legge 2 agosto 1990, n. 233, moltiplicato per l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche dell’assicurazione generale obbligatoria per i lavoratori dipendenti (5241,30 euro per il 2019)
Il contributo è rivalutato secondo le regole del sistema contributivo, con riferimento alla data della domanda.
Il riscatto agevolato resta una modalità alternativa al riscatto tradizionale.
Riscatto agevolato per quali domande?
Il riscatto agevolato può essere applicato solo alle domande presentate dopo l’entrata in vigore del decreto legge che lo prevede.
Per domande già presentate vale quanto segue:
Le domande di riscatto del corso universitario di studi devono essere presentate secondo le modalità già in uso.
Con successivo messaggio saranno fornite le istruzioni di dettaglio per la gestione delle ulteriori fasi del procedimento.
Link: La nota INPS del 6 marzo 2019
Pensi di essere vittima di mobbing? Cosa è necessario per dimostrarlo. Sentenza
Fonte: orizzonte scuola di Avv. Marco Barone
E’ una fattispecie complessa, di difficile inquadramento e con onere della prova altrettanto complicato. Sono sempre di più i lavoratori che percepiscono di subire mobbing, ma in realtà, se poi si va a vedere la casistica, sono poche le ipotesi riconosciute come tali.
Vediamo cosa sostiene in materia una delle ultime sentenze della Cassazione, Sez. Lav., 27 novembre 2018, n. 30673. Il caso riguarda un contenzioso emerso nel privato, ma i principi di diritto espressi sono universali.
Cosa si intende per mobbing
Per “mobbing” si intende comunemente una condotta del datore di lavoro o del superiore gerarchico, sistematica e protratta nel tempo, tenuta nei confronti del lavoratore nell’ambiente di lavoro, che si risolve in sistematici e reiterati comportamenti ostili che finiscono per assumere forme di prevaricazione o di persecuzione psicologica, da cui può conseguire la mortificazione morale e l’emarginazione del dipendente, con effetto lesivo del suo equilibrio fisiopsichico e del complesso della sua personalità.
Cosa serve per aversi mobbing
Ai fini della configurabilità della condotta lesiva del datore di lavoro sono, pertanto, rilevanti: a) la molteplicità di comportamenti di carattere persecutorio, illeciti o anche leciti se considerati singolarmente, che siano stati posti in essere in modo miratamente sistematico e prolungato contro il dipendente con intento vessatorio; b) l’evento lesivo della salute o della personalità del dipendente; c) il nesso eziologico tra la condotta del datore o del superiore gerarchico e il pregiudizio all’integrità psico-fisica del lavoratore; d) la prova dell’elemento soggettivo, cioè dell’intento persecutorio (Cass. lav. n. 3785 del 17/02/2009. Conformi Cass. lav. n. 898 del 17/01/2014. In senso analogo, Cass. lav. n. 17698 del 06/08/2014, secondo cui ai fini della configurabilità del mobbing devono ricorrere: a) una serie di comportamenti di carattere persecutorio – illeciti o anche leciti se considerati singolarmente – che, con intento vessatorio, siano posti in essere contro la vittima in modo miratamente sistematico e prolungato nel tempo, direttamente da parte del datore di lavoro o di un suo preposto o anche da parte di altri dipendenti, sottoposti al potere direttivo dei primi; b) l’evento lesivo della salute, della personalità o della dignità del dipendente; c) il nesso eziologico tra le descritte condotte e il pregiudizio subito dalla vittima nella propria integrità psico-fisica e/o nella propria dignità; d) l’elemento soggettivo, cioè l’intento persecutorio unificante di tutti i comportamenti lesivi.
V. altresì Cass. lav. n. 18836 del 07/08/2013: costituisce mobbing la condotta datoriale, sistematica e protratta nel tempo, tenuta nei confronti del lavoratore nell’ambiente di lavoro, che si risolva, sul piano oggettivo, in sistematici e reiterati abusi, idonei a configurare il cosiddetto terrorismo psicologico, e si caratterizzi, sul piano soggettivo, con la coscienza ed intenzione del datore di lavoro di arrecare danni – di vario tipo ed entità – al dipendente medesimo. Più recentemente, nei sensi secondo i quali è elemento costitutivo del mobbing, unitamente agli altri occorrenti, anche quello soggettivo, connotato dall’intento persecutorio, cfr. ancora Cass. lav., sentenza n. 9380 del 02/11/2016 – 12/04/2017, nonché Sez. 6 – L, ordinanza n. 14485 depositata il 9/6/2017).
Connessione teleologica
Dunque, per la Cassazione Civile, Sez. Lav., 27 novembre 2018, n. 30673 è necessaria la dimostrazione di una connessione teleologica delle azioni lesive del datore di lavoro con finalità vessatorie e persecutorie, per aversi mobbing. Nel caso di specie il mobbing è stato escluso proprio perché occorreva la dimostrazione di una connessione teleologica delle varie azioni o condotte asseritamente lesive, poste in essere da parte datoriale con finalità vessatorie e persecutorie in danno del lavoratore, che in quanto attore ne era probatoriamente onerato.
LEGGI TUTTO: https://www.orizzontescuola.it/pensi-di-essere-vittima-di-mobbing-cosa-e-necessario-per-dimostrarlo-sentenza/
Ufficio per i procedimenti disciplinari - insussistenza dell'obbligo di istituire un ufficio ad hoc
FONTE:https://www.segretaricomunalivighenzi.it
Dipendente Pubblico, licenziamento in congedo è legittimo
FONTE:https://www.segretaricomunalivighenzi.it
LEGGI TUTTO: https://www.segretaricomunalivighenzi.it/08-03-2019-dipendente-pubblico-licenziamento-in-congedo-e-legittimo
Rimborso spese legali a dipendente
FONTE:https://www.segretaricomunalivighenzi.it
LEGGI TUTTO: https://www.segretaricomunalivighenzi.it/07-03-2019-rimborso-spese-legali-a-dipendente
Concorsi pubblici: no al voto minimo di laurea
FONTE:STUDIO CATALDI
Per il T.A.R. il voto minimo di laurea previsto nel bando rappresenta un illegittimo indice selettivo, tra l'altro non attendibile, che necessita di essere adeguatamente motivato dall'amministrazione
LEGGI TUTTO:https://www.studiocataldi.it/articoli/33815-concorsi-pubblici-no-al-voto-minimo-di-laurea.asp
Bando Mef per consulenze gratis, l'ira di avvocati e professionisti
FONTE:STUDIO CATALDI
L'avviso del Mef, per dare "lavoro" per due anni a persone con curriculum accademico consolidato, a condizione di non ricevere compensi scatena l'ira di avvocati e professionisti
LEGGI TUTTO: https://www.studiocataldi.it/articoli/33826-bando-mef-per-consulenze-gratis-l-ira-di-avvocati-e-professionisti.asp
Risarcimento danno all’immagine della Pubblica Amministrazione: la disciplina
FONTE:MONEY DI Isabella Policarpio
Quando il dipendente ha una condotta negligente o contraria ai principi della PA è tenuto al risarcimento del danno all’immagine. I criteri per la liquidazione.
LEGGI TUTTO :https://www.money.it/Danno-immagine-Pubblica-Amministrazione-risarcimento
Pensione anticipata contributiva: requisiti e cosa è cambiato nel 2019
FONTE:MONEY DI Simone Micocci
Chi soddisfa i requisiti per la pensione anticipata contributiva può ritirarsi dal mondo del lavoro con tre anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia; ecco tutto quello che c’è da sapere.
LEGGI TUTTO: https://www.money.it/Pensione-anticipata-contributiva
Quota 41 precoci: requisiti, finestre mobili e invio della domanda
FONTE:MONEY DI Simone Micocci
In attesa che il Governo estenda a tutti la possibilità di accedere alla pensione con 41 anni di contributi, ecco a chi spetta oggi Quota 41 e cosa è cambiato con l’introduzione delle finestre mobili.
LEGGI TUTTO: https://www.money.it/Quota-41-pensione-lavoratori-precoci-requisiti-domanda
Pensione di vecchiaia Inps: requisiti ed età pensionabile per il 2019
FONTE:MONEY DI Simone Micocci
Pensione di vecchiaia: dal 1° gennaio 2019 l’età pensionabile è salita a 67 anni, mentre il requisito contributivo è sempre di 20 anni
LEGGI TUTTO:https://www.money.it/pensione-vecchiaia-INPS-requisiti-2019-eta-pensionabile
Da PensioniOggi:
Quota 100, La Lega punta ad uno sconto di quattro mesi a figlio per le madri
Le modifiche potrebbero arrivare durante l'esame alla Camera del DL 4/2019. Allo studio anche la possibilità di estendere il riscatto agevolato della laurea agli over 45.
I benefici previdenziali per le attività "gravose" nel 2019 [Guida]
Leggi Tutto: https://www.pensionioggi.it/dizionario/lavori-gravosi#ixzz5hZ01q42P
________________________________________________
Autonomia scolastica, Turi (UIL):
“Una proposta irricevibile, senza fondamento né motivazione”. L’INTERVISTA
Di Antonella Bianco >>> on line sul sito Uil Scuola:
L’intervista a Pino Turi >>> on line sul sito Uil Scuola: http://uilscuola.it/autonomia-scolastica-turi-uil-proposta-irricevibile-senza-fondamento-ne-motivazione-lintervista/
Diplomati Magistrale. Dopo la sentenza gemella del CdS si attende la Cassazione il 12 marzo. Quale secondo il sindacato è la soluzione più idonea per le maestre?
A nostro parere, la magistratura del CdS, con la sentenza del 12 marzo ha messo una “pietra tombale” sulla strada dei ricorsi legali. Lascia aperta la questione, che resta, comunque, una grande incompiuta. Serve una soluzione politica, quella definita nel Decreto legge ‘Dignità’ lascia fuori molte maestre e di conseguenza crea problemi di funzionalità e di continuità didattica.
Proprio in questi giorni le mamme e i papà della provincia di Pavia hanno lanciato una petizione nella quale chiedono che le maestre dei loro figli possano (e debbano) continuare la loro attività. E’ la riprova che la comunità educante, reagisce alla burocrazia e alla politica incapace di dare risposte coerenti e riconosce il merito – quello vero – delle maestre a cui lo Stato ha riconosciuta pienezza e capacità professionale, avendole confermate in ruolo dopo un anno di formazione e prova.
Serve un emendamento al cosiddetto decretone su Quota 100 che integri e modifichi quello già presentato dal Sen. Pittoni, che mantenga in servizio queste maestre ovvero le ammetta direttamente al concorso riservato, nel caso non fossero in possesso dei tre anni di servizio.
Terza Fascia. Dopo le promesse del Senatore Pittoni ora si dà il contentino dei punti extra al concorso. Si poteva optare per una soluzione diversa per chi ha decenni di precariato alle spalle?
L’emendamento proposto dal Sen. Pittoni è un primo passo verso una soluzione politica transitoria che accompagni alla fase a regime dei nuovi concorsi. In questa fase transitoria devono trovare posto coloro che hanno 36 mesi di servizio, in modo che accedano ad una procedura concorsuale accelerata. Per poter trasformare i rispettivi contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Vogliamo evitare che siano nuovamente assunti con contratti precari per coprire i posti lasciati vuoti dai pensionamenti a cui si devono aggiungere quelli che già lo scorso anno non sono stati coperti.
Si tratta, complessivamente, di circa 67.000 posti, tenendo conto del normale turn-over e dei posti collegati a “quota 100”.
Emendamenti simili sono stati utilizzati per fare fronte alle assunzioni del personale della giustizia. Non si comprende il motivo per cui, in modo analogo, non sia possibile procedere allo stesso modo. Anche nella scuola dove il patrimonio di esperienza, come dimostra lo stesso emendamento Pittoni, viene riconosciuto.
Classi pollaio. Si torna a discutere alla Camera sull’annoso problema, ma a monte mancano le risorse finanziarie. E’ ancora il caso di parlarne?
Certamente sì. Il numero di alunni per classe è la base fondante di una buona scuola.
Le risorse finanziarie – pare che siano state trovate – anche se possono finanziare la riduzione con gradualità. Se non si incomincia mai, non si arriverà mai a ripristinare la situazione quo ante la dura manovra finanziaria del Governo Berlusconi.
Autonomia scolastica. La regionalizzazione aumenta il divario tra Nord e Sud oppure la scuola è pronta alla tanto amata proposta del Governo?
Si tratta di una proposta irricevibile, almeno per la scuola.
Non ha alcun fondamento, né alcuna motivazione positiva. Non si tratta di divario territoriale, si tratta di mantenere una coscienza nazionale che si alimenta e si coltiva quotidianamente nelle scuole, al fine di realizzare, attraverso una politica nazionale di istruzione, il radicamento di quella identità culturale che inevitabilmente verrebbe dispersa dividendo il Paese.
Il Governo regionale non può dare garanzie di tutela dell’autonomia scolastica e della relativa libertà di insegnamento ed apprendimento che, invece, può e deve dare, per dettato costituzionale, la politica nazionale, che ne garantisce, contemporaneamente, la realizzazione tramite le sue scuole, istituite in ogni ordine e grado.
Roseto(UIL): ritirare ddl su affido minori
Dichiarazione di Silvana Roseto, Segretaria confederale UIL
“Audizioni nell'ambito dell'esame del ddl n. 45 e connessi in materia di affido di minori
Nonostante l’attuale normativa sull’affido e separazione presenti ancora un ritardo di attuazione ed elementi da migliorare, a nostro avviso non è con l’introduzione di questi Disegni di Legge che si può intervenire sulla modifica del diritto di famiglia.
Apparentemente prevedono interventi a favore dei minori, ma ad una lettura più attenta sono proprio i bambini ad essere maggiormente colpiti e violati nei loro diritti, a partire dal non riconoscimento del superiore interesse del minore; inoltre presentano elementi discriminatori nei confronti delle donne che attualmente risentono di difficoltà occupazionali e salariali. Le misure contenute in questi provvedimenti rischiano di tramutarsi in una condizione che le imprigiona ulteriormente, rendendo più fragili loro stesse e i figli, soprattutto in presenza di situazioni violente intrafamiliari.
I DDL non prendono in considerazione i diritti delle famiglie omosessuali che intendono separarsi, dal momento che si fa riferimento ad una tipologia di famiglia intesa nel senso tradizionale (madre e padre).
Per tutti questi motivi, la Uil ritiene che i disegni di legge, che ledono i diritti fondamentali dei minori e delle madri, debbano essere assolutamente ritirati e chiediamo che le Senatrici e i Senatori ritirino le firme dagli stessi.”